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VANDANA SHIVA: “El patriarcado destruirá el planeta si no lo frenamos”

VANDANA SHIVA Il patriarcato distruggerà il pianeta se non lo fermiamo

El sistema patriarcal capitalista. Un orden de valores que desvaloriza, esclaviza y explota a las mujeres, cuyo trabajo en casa y en el campo ha sido siempre el verdadero sostén de la humanidad. Hablo de era antropocénica, intrínsecamente destructiva de la naturaleza y de la feminidad, ligada a la violencia y la guerra. No siempre fue así: en la remota antigüedad venerábamos a diosas, representación del respeto a la Tierra Madre. Un concepto muy patriarcal: seguir conquistando y destruyendo.

fonte https://www.lavanguardia.com/lacontra/20160509/401662158815/el-patriarcado-destruira-el-planeta-si-no-lo-frenamos.html

 

Femminile: dare un genere alla lingua

Dale Zaccaria Madrid

di ACCADEMIA DELLA CRUSCA E ZANICHELLI
FONTE A QUESTO LINK
FOTO di Dale Zaccaria scattata a Madrid La Musa

Oggi il problema di genere è piuttosto d’attualità, visti i grandi cambiamenti del ruolo delle donne nella società moderna. In passato, il maschilismo costitutivo della società rendeva così improbabili certi mestieri per una donna che non c’era bisogno di declinarli al femminile. Siccome nessuna donna faceva l’avvocato o l’ingegnere o il fabbro o il sindaco non si poneva la questione di questi nomi al femminile, come non si poneva per il maschile di massaia (massaro aveva e ha un altro significato) o di casalinga.

Il genere grammaticale non coincide col sesso: la sentinella e la guardia sono grammaticalmente femminili, ma i mestieri soprattutto per maschi; contralto e soprano sono maschili ma denotano ruoli vocali soprattutto femminili (tanto che si dice anche la contralto, la soprano). Altri nomi sono ambigeneri come collega o artista o mendicante. In teoria non c’è niente di più adattabile al genere dei nomi di mestiere, che variano a seconda che li faccia un uomo o una donna; da qui la doppia morfologia, maschile e femminile, di molti suffissi che indicano attività, professione: -aio/-aia (cartolaio, verduraia), -iere/-iero/-iera (salumiere, guerrigliero, parrucchiera), -ino/-ina (imbianchino, postina), -tore/-trice (direttore, direttrice). L’italiano ha ormai accettato le coppie di nomi in cui al maschile -e corrisponde un femminile in -a e quindi usa senza problemi infermiere/iera, cameriere/iera, ragioniere/iera, consigliere/iera ecc.; non è però altrettanto disponibile ad accettare ingegnere/ingegnera e men che mai (se non scherzosamente) carabiniere/carabiniera.

Oggi la questione del genere si pone con particolare risalto per i nomi di certi lavori in passato preclusi alle donne. Il tempo riesce ad acclimatare al femminile o al maschile, purché grammaticalmente corretto, qualsiasi nome. Facciamoci caso: non abbiamo nessun problema a dire la preside (nome ambigenere), ma c’è qualche ritegno a dire la presidente o la vigile o la giudice. Eppure nomi di mestiere da participi presenti al femminile ce ne sono molti in italiano (la badante, la dirigente, la cantante…) e quindi non dovrebbe esserci alcun imbarazzo per la presidente. E così dovrebbe essere per la vigile e la giudice, nomi che per forma ammettono tranquillamente il femminile.

La grammatica insomma è condizionata dalla cultura, e questa è maschile anche oggi. Succede per di più che il suffisso del femminile -essa sia avvertito come spregiativo in certe giunzioni, specie quando è disponibile grammaticalmente un femminile standard, come in deputato/deputata/deputatessa. Se non c’è (ormai) alcuna traccia di svalutazione in -essa di dottoressa (così detta «per ischerno» secondo il secentesco Vocabolario della Crusca) o professoressa, professioni molto o soprattutto diffuse tra le donne, e men che mai ce n’è in nobili parole antiche come baronessa, contessa, duchessa, principessa, il nome sindachessa suona spregiativo ed è perciò sconsigliabile; non parliamo di ministressa e, in parte, anche di soldatessa, tanto più che esistono alternative normali e non connotate (ministra è impeccabile linguisticamente e socialmente, esattamente come maestra, e non parliamo di soldata). Invece col suffisso -trice (variante femminile di -tore) non c’è rischio di svalutazione e quindi ambasciatrice, direttrice, scrittrice, pittrice, attrice non fanno problema.

La resistenza del maschile o la renitenza al femminile è tale, per certi mestieri, che non si forma un femminile neppure quando sarebbe semplice e normale formarlo: non si vede perché come da maestro si è fatta maestra senza scandalo, da soldato soldata, da sindaco sindaca, per non dire di magistrata (va un po’ meglio per avvocata, attributo della Madonna, insidiato nella professione da avvocatessa).

In effetti i primi segnali emergono anche dai dizionari che sempre più rendono conto di questa variazione nel genere dei nomi di mestiere o professione, come risulta bene dalla voce femminile dello Zingarelli.

È vero però che a volte si può esagerare nel ristabilire la parità tra i generi. Certi nomi sono riferiti alla persona e alla carica. Presidente della Repubblica può essere il titolo di chi ricopre questa carica, quanto la carica stessa. In questo secondo caso si usa il maschile come genere «non marcato» e quindi più adatto ad esprimere qualcosa che non è né maschile né femminile. Spesso però la distinzione tra titolo e carica è sottile: amministratore delegato individua una persona o una funzione e quindi è possibile l’amministratrice delegata? Più si è nei dintorni delle proprietà di una persona e più è intuitiva la concordanza al femminile; ad esempio, se dico che interviene a una cerimonia «Maria Rossi, AD dell’azienda XY», sarebbe meglio scrivere «Maria Rossi amministratrice delegata di XY» che non «amministratore delegato di XY». Ma non si usa. O solo con molta esitazione. Però qui il tempo porterà certo (buon) consiglio.

L’assenza di meritocrazia in Italia

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A Luigi Di Maio

Caro Ministro perché nessun politico parla di merito e meritocrazia in questo paese? Siamo gli ultimi in Europa, preceduti dalla Spagna. Io credo che se azzerassimo le raccomandazioni e le pratiche clientelari in ogni settore questo paese rinascerebbe. Dando valore al merito al talento alla preparazione e all’ingegno. E restituendo la giusta dignità e natura alla parola conoscenza che non equivalga più arrivo da qualche parte perché conosco. Un paese che non dà spazio al merito al talento all’ingegno alla preparazione è un paese finito, morto. La ringrazio.

fonte foto Ildenaro.it

DANNI ALLA SALUTE: appello internazionale degli studiosi contro il 5G

Appello internazionale degli scenziati danni alla salute 5g

Telecommunications companies worldwide, with the support of governments, are poised within the next two years to roll out the fifth-generation wireless network (5G). This is set to deliver what is acknowledged to be unprecedented societal change on a global scale. We will have “smart” homes, “smart” businesses, “smart” highways, “smart” cities and self-driving cars. Virtually everything we own and buy, from refrigerators and washing machines to milk cartons, hairbrushes and infants’ diapers, will contain antennas and microchips and will be connected wirelessly to the Internet. Every person on Earth will have instant access to super-high-speed, low- latency wireless communications from any point on the planet, even in rainforests, mid-ocean and the Antarctic.

segue >>> https://www.globalresearch.ca/international-appeal-stop-5g-on-earth-and-in-space/5666602

“No alle false informazioni sul clima. Il riscaldamento globale è di origine antropica”

Dipinto I Camalioni

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio dei Ministri

7 luglio 2019

IL RISCALDAMENTO GLOBALE È DI ORIGINE ANTROPICA

È urgente e fondamentale affrontare e risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Chiediamo che l’Italia segua l’esempio di molti paesi Europei, e decida di agire sui processi produttivi ed il trasporto, trasformando l’economia in modo da raggiungere il traguardo di ‘zero emissioni nette di gas serra’ entro il 2050.

Tale risultato deve essere raggiunto per i seguenti motivi:

  1. Dati osservati provenienti da una pluralità di fonti dicono che il sistema Terra è oggi sottoposto a variazioni climatiche molto marcate che stanno avvenendo su scale di tempo estremamente brevi;
  2. Le osservazioni indicano chiaramente che le concentrazioni di gas serra in atmosfera, quali l’anidride carbonica e il metano, sono in continua crescita, soprattutto a partire dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale, in seguito ad un utilizzo sempre più massiccio di combustibili fossili e al crescente diffondersi di alcune pratiche agricole, quali gli allevamenti intensivi;
  3. Le misure dell’aumento dei gas-serra e delle variazioni del clima terrestre confermano ciò che la fisica di base ci dice e quanto i modelli del sistema Terra indicano: le attività antropiche sono la causa principale dei cambiamenti climatici a scala globale cui stiamo assistendo;
  4. Migliaia di scienziati che studiano il clima del sistema Terra, la sua evoluzione e le attività umane, concordano sul fatto che ci sia una relazione di causa ed effetto tra l’aumento dei gas serra di origine antropica e l’aumento della temperatura globale terrestre, come confermato dai rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che riassumono i risultati pubblicati dalla comunità scientifica globale;
  5. I modelli numerici del sistema Terra basati sulle leggi della fisica sono gli strumenti più realistici che abbiamo a disposizione per studiare il clima, per analizzare le cause dei cambiamenti climatici osservati e per stimare possibili scenari di clima futuro; questi modelli sono sempre più affidabili grazie all’accrescimento della rete di osservazioni utilizzate per validare la loro qualità, al miglioramento della nostra conoscenza dei fenomeni che influenzano il clima e alla disponibilità di risorse computazionali ad alte prestazioni;
  6. L’esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere addotta come argomento per negare o sminuire l’esistenza di un riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra; la variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica, e la comunità scientifica possiede gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiare le loro interazioni;
  7. Gli scenari futuri “business as usual” (cioè in assenza di politiche di riduzione di emissioni di gas serra) prodotti dai tutti i modelli del sistema Terra scientificamente accreditati, indicano che gli effetti dei cambiamenti climatici su innumerevoli settori della società e sugli ecosistemi naturali sono tali da mettere in pericolo lo sviluppo sostenibile della società come oggi la conosciamo, e quindi il futuro delle prossime generazioni
  8. Devono essere pertanto intraprese misure efficaci e urgenti per limitare le emissioni di gas serra e mantenere il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici ad esso associati al di sotto del livello di pericolo indicato dall’accordo di Parigi del 2015 (mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 °C);

Queste conclusioni sono basate su decine di migliaia di studi condotti in tutti i paesi del mondo dagli scienziati più accreditati che lavorano sul tema dei cambiamenti climatici. È sulla base di queste conclusioni che vanno prese decisioni importanti per la lotta ai cambiamenti climatici piuttosto che su documenti, come la lettera datata 17 giugno e firmata da un gruppo formato quasi esclusivamente da non-esperti sulla scienza dei cambiamenti climatici (come comprovato dai loro curricula di pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali), in cui è stato messo in discussione con argomentazioni superficiali ed erronee il legame tra il riscaldamento globale dell’era post-industriale e le emissioni di gas serra di origine antropica (‘Petizione sul riscaldamento globale antropico, datata 17 giugno 2019).

Concludiamo riaffermando con forza che il problema dei cambiamenti climatici è estremamente importante ed urgente, per l’Italia come per tutti i paesi del mondo. Politiche tese alla mitigazione e all’adattamento a questi cambiamenti climatici dovrebbero essere una priorità importante del dibattito politico nazionale per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni.

Questa lettera è stata iniziata da Roberto Buizza (Fisico/matematico, Prof. Ordinario di Fisica, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) il 3 luglio 2019, e ad ora (22.51 del 10 luglio 2019) è stata firmata da un Comitato Promotore di 300 persone di scienza e cultura, tra cui moltissimi esperti di fisica del sistema Terra e del clima.

Il comitato promotore è composto da 300 persone di scienza e cultura, tra cui moltissimi esperti di fisica del sistema Terra e del Clima.

Scarica l’allegato alla pagina per vedere l’elenco completo dei firmatari.

fonte https://www.santannapisa.it/it/news/no-false-informazioni-sul-clima-piu-di-200-scienziati-e-intellettuali-aderiscono-alla-lettera

* “No alle false informazioni sul clima. Il riscaldamento globale è di origine antropica” è la lettera aperta promossa da Roberto Buizza, fisico all’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore dell’iniziativa federata sulla climatologia con Scuola Normale Superiore e Scuola IUSS Pavia, che dal 7 luglio ha raccolto 300 adesioni da parte di scienziati e intellettuali.

** foto dipinto I Camalioni ” L albero della vita ” opera realizzata da: Rosalba Scalta, e  Francesco Marasco, dimensioni 200x 150 cm acrilico su legno.

 

Omaggio a Franca Rame a 90 anni dalla sua nascita – Spazio Alda Merini MILANO

Locandina aggiornata Franca RAME per ANTONELLA PENATI DALE ZACCARIA
L’ Associazione Federico nel cuore
con il patrocinio della Compagnia Teatrale FO-RAME C.T.F.R

presentano

OMAGGIO A FRANCA RAME

SERATA OMAGGIO A UNA GRANDE DONNA E ARTISTA CHE HA SPESO LA SUA INTERA VITA nella battaglia civile sociale e politica accanto agli ultimi, alle donne, alle persone piu’ bisognose ed emarginate a 90 anni della sua nascita.

Interverranno

ANTONELLA PENATI Presidente Associazione Federico nel cuore

DIANA DE MARCHI Presidente Commissione Pari Opportunità e Diritti Civili Comune di Milano

DALE ZACCARIA scrittrice giornalista e performer
NEL SUO AMORE reading performativo con poesie dedicate a Franca Rame al pianoforte FEDERICA PALMA

a seguire proiezione del video
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA di Franca Rame e Dario Fo

Sottoscrizione prezzo euro 10,00 con APERITIVO
confermare la VS partecipazione a

Ufficio stampa Associazione Federico nel cuore Onlus
federiconelcuorepress@gmail.com
Tel 345.0066295

La mercificazione e commercializzazione della moralità di Zygmunt Bauman

Zygmunt-bauman

di ZYGMUNT BAUMAN

Vogliamo godere di una vita ricca, abbiente, il che ci ha orientati ad assumere come principale indicatore l’acquisto, lo shopping. Pare che tutte le strade che portano alla felicità portino ai negozi. Ciò sottopone il sistema economico, e più in generale il nostro pianeta, ad una pressione enorme. Ciò è disastroso per le nuove generazioni; è evidente che stiamo vivendo al di sopra dei nostri mezzi, sulle spalle dei nostri figli. Possiamo trovare delle alternative alla crescita della produzione e dei consumi per trovare soddisfazione, in definitiva per essere felici? Ciò è necessario se non vogliamo distruggere il nostro habitat e generare fenomeni catastrofici come le guerre. I livelli attuali di consumo sono già insostenibili dal punto di vista ambientale ed anche economico. L’idea della prosperità al di fuori delle trappole del consumo infinito viene considerata un’idea per pazzi o per rivoluzionari. Jackson dice che ci sono delle alternative: le relazioni, le famiglie, i quartieri, le comunità, il significato della vita. Ci sono enormi risorse di felicità umana che non vengono sfruttate. La maggior parte delle politiche realizzate nel mondo dai governi va esattamente nella direzione opposta. Queste politiche raramente vanno al di là della prossima scadenza elettorale, raramente guardano a ciò che succederà fra 20 o 30 anni. Assistiamo ad un processo di mercificazione e commercializzazione della moralità. I mercati sono abituati ad orientare i bisogni umani, bisogni che in passato non erano soddisfatti dal mercato. Questo è ciò che io indico con l’espressione ‘commercializzazione della moralità’. Il nostro reale bisogno dovrebbe essere prenderci cura dei nostri cari. Credo che tutti noi qui in sala ci sentiamo in colpa perché non riusciamo a trascorrere abbastanza tempo con i nostri cari. 20 anni fa il 60% delle famiglie americane si ritrovava attorno allo stesso tavolo per cenare. 20 anni dopo solo il 20%. Le persone sono più occupate con il loro cellulare, il loro ipad e così via. La nostra vita quotidiana è profondamente cambiata, a causa anche delle tecnologie, che hanno sicuramente prodotto delle cose positive, ma hanno anche creato dei danni collaterali. Se oggi usciamo senza cellulari ci sentiamo nudi. Il confine fra il tempo dedicato al lavoro e quello dedicato alla famiglia è sfumato. Siamo sempre al lavoro, abbiamo l’ufficio sempre in tasca, non abbiamo scuse. Dobbiamo lavorare a tempo pieno. E più si sale nella scala gerarchica meno tempo per sé si ha. Si è sempre in servizio. Ovviamente i mercati e il consumismo non possono riparare questa situazione; possono però aiutarci a mitigare la nostra cattiva coscienza, e lo fanno spingendoci verso l’acquisto, lo shopping, il mercato. Al tempo stesso disimpariamo altre abilità ‘primarie’. Ad esempio a riconoscere il dolore, il dolore morale, che è molto importante, perché esso è un sintomo, ci aiuta a riconoscere la fragilità dei legami umani. Improvvisamente abbiamo persone che hanno migliaia di amici in internet; ma in passato dicevamo che gli amici si vedono nel momento del bisogno, e questo non è esattamente il caso degli amici che abbiamo in internet. Fino a quando il nostro senso morale verrà mercificato, l’economia crescerà perché messa in moto dai bisogni umani e dai desideri che è chiamata a soddisfare, bisogni e desideri apparentemente ‘buoni’, come dimostrare l’amore per gli altri. I grandi economisti del passato sostenevano che i bisogni sono stabili, e che una volta soddisfatti tali bisogni possiamo fermarci e godere del lavoro fatto. C’era la convinzione che alla fine del percorso avviato con l’inizio della modernizzazione si avrebbe avuto un’economia stabile, in perfetto equilibrio. Successivamente si è presa una strada diversa. Si è inventato il cliente. Si è capito che i beni non hanno solo un valore d’uso, ma anche un valore simbolico, sono degli status symbol. Non si acquistava più un bene perché se ne ha bisogno, ma perché si ‘desidera’. L’obiettivo quindi diventava sviluppare sempre nuovi desideri negli esseri umani. Ma anche i desideri ad un certo punto si scontrano con dei limiti. Così, il limite è stato superato mercificando la moralità: non ci sono limiti all’amore, non ci sono limiti all’affetto che vogliamo dimostrare agli altri. Responsabilità incondizionata, condita da incertezze e ansie: questo è il motore del consumismo odierno, questo l’impulso che ci spinge a fare sempre di più, a produrre sempre di più. Ma ciò non è possibile, le risorse sono sempre limitate. Forse il momento della verità è vicino. Ma possiamo fare qualcosa per rallentarlo: intraprendendo un cammino autenticamente umano, un cammino fatto di reciproca comprensione.

Zygmunt Bauman – intervento per il festival dell’economia di Trento
foto fonte independent.co.uk

Perché la società ha bisogno di bellezza d’ amore e di poesia per essere migliore di Pierre Rabhi

DALE ZACCARIA I CAMALIONI

La società cosiddetta moderna si basa sulla vanità, sul miracolo
della tecnologia, ma questo miracolo della tecnologia non significa intelligenza
bisogna reagire mettendo nello spirito materiale lo spirito della poesia
perché noi siamo un mondo pratico, ma l’umanità è completamente incarcerata
in una macchina infernale. E c’è stupidità. Il progresso reale è quello
che eleva l’umanità. Che instaura la bellezza. La concordia e la pace tra gli uomini.
Che sopprime gli antagonismi stupidi che sono solo infantili, nella dinamica
dell’essere piu’ forte di un altro. Una arma è piu’ forte dell’altra. Si imprigiona completamente
la creazione e viene meno l’innocenza. Pierre Rabhi

Lampedusa il racconto del medico Pietro Bartolo – ACCOGLIENZA E UMANITA’

PIETRO BARTOLO RACCONTO LAMPEDUSA

TUTTI HANNO IL DIRITTO DI ESSERE ACCOLTI, TUTTI HANNO IL DIRITTO DI VIVERE UNA VITA DIGNITOSA.

Siamo noi, il mondo civilizzato che abbiamo scambiato quel continente come un grande supermercato, siamo andati a prendere tutto quello che hanno, dal petrolio, ai diamanti, il coltan, il silicio, quello con cui si fanno le batterie dei telefonini, ma non solo anche le batterie delle macchine (…) Li abbiamo costretti ad andare via, gli abbiamo tolto tutto, li abbiamo colonizzati, schiavizzati, gli abbiamo portato le guerre. Li abbiamo costretti ad andare via. Ora che vengono dalla nostra parte a chiedere un po’ di aiuto, noi non li vogliamo.

Camminavo su i corpi di ragazzi morti, tutti ammassati, nella stiva, erano tutti giovani come voi, il più grande avrà avuto vent’anni. Mi sono sentito male, quella stiva era piena di sangue, ho cominciato a vomitare, stavo male, ho pianto. Sapete quante volte ho pianto? Non lo potete immaginare voi. Quando vedo i cadaveri dei bambini piccoli, come i nostri bambini. Bambini di mesi, anni, morti. Ho pianto tante volte.

Estratti interventi DOTTOR PIETRO BARTOLO dal video
fonte foto ilrisvegliodellasardegna

Tesserino stampa internazionale

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“Il difficile non è scriverla la poesia, quanto trovarla, mantenerla, farla vivere nei propri occhi, nel proprio cuore, nella propria vita” Dale Zaccaria

“L’oppressore non sarebbe così potente se non trovasse fedeli collaboratrici tra le oppresse” Simone de Beauvoir

“Ho imparato due cose importanti che dovrebbero essere ancora basilari nel mondo dello spettacolo e nella vita: la dignità e il rispetto di se stessi e degli altri” Franca Rame

“In Italia c’è il mancato riconoscimento del merito, il fatto che se hai talento ti ostacolano. Il talento diventa un elemento che va a rompere gli equilibri di mediocrità e compromesso di un sistema clientelare, dove la parola conoscenza equivale a raccomandazione” Dale Zaccaria

“Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione ” Milena Gabanelli

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