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Dino Campana In un momento

Poesia di Dino Campana “In un momento” Carteggio Aleramo Campana 1916-1918 curato da Bruna Conti Edizioni Feltrinelli – voce Dale Zaccaria – mezzo soprano Alessandra Carmen Rocco – pianoforte Rocco della Santina – brano di Egidio Pucci “Sogno”.

À la femina de lu demoni

À la femina de lu demoni

À la femina de lu demoni! Esta è na femina or bionda or mora or rosia. E’ issuta megra da l’aria caitiva, or grosa, or bianca or nera, esta è plena de invidia, esta è plena de beleza, la femina de lu demoni or stolta, or colta, or blanda, or con astutia, va insinuando, va profanando, va amando e inganando, la femina de lu demoni e por sembrar, e por apparir, e por scomparir, e va muoendo trupe, e va muendo disgratie, e va muoendo or lune or gratie, la femina de lu demoni è macia, è bruta, è chiara è scura, è pazia, è niuda, la femina de lu demoni de cui non se puoete fida, no fidele, no armoniosa, a le volte creatura, a le volte ombra, à che vo castiga! La femina de lu demoni con vigna, a bere, esta è come na droga, esta è come na santa, la femina de lu demoni no pura, no pura. E se muove tra le genti, e non se riconosce, e non se prende. La femina de lu demoni de li amplesi, la femina or basa or ata, or scimiuta, or canuta, or da le bele parole, or da le parole mostrose, or viene, or va, su ni caro, su ni nave, su ni spechio, su ni sponda, su ni guera, la femina de lu demoni porta la guera e li asti, porta beleza, beleza che divampa, che distrue, che riarma, la femina de lu demoni dai voti or buoni or bruti, dai mile voti, dai mile forme, dai mile nomi, la femina de lu demoni è nimica è amica è or nula or tuto, è spia, è vigliaca, lu demoni è sempre vigliaco. La femina de lu demoni che non è mi istrada, mi musa, mi arma, la femina de lu demoni è mi scontro, è mi lota.

Lettera ai giovani di Don Andrea Gallo

 

Comprendo profondamente quello che i giovani vivono, e sono costernato, addolorato per l’assenza di futuro cui sembrano condannati. Come faccio ad avere la pretesa di sradicare questa assenza di futuro? I responsabili delle grandi agenzie, dei grandi poteri, delle istituzioni sembrano interessati solo a giovani che “servono”, che rinunciano alla loro coscienza critica, alla loro autonomia, alla loro autogestione: il potere vuole solo giovani ubbidienti. Ricordo che ero ancora al Carmine, ero amico di un taxista che con molti sacrifici faceva studiare il figlio. Siamo negli anni Settanta, il figlio si laurea brillantemente e partecipa a un concorso all’Eni arrivando primo assoluto. Assunto immediatamente, rinuncia. Suo padre viene da me disperato, aveva lavorato una vita, era riuscito a comprare una licenza da taxista, per il figlio aveva fatto tutto quello che poteva. Niente, tutto in fumo. Perché? Volevo capire. Così ho incontrato quel ragazzo, abbiamo parlato, gli ho chiesto come mai aveva rifiutato. Il concorso era basato solo su test, bastava una crocetta, un sì o un no. Nessun margine. Nessuna libertà, nessun confronto. Il ragazzo si è sentito uno strumento in mano di un ingranaggio molto più grande di lui. Mi disse che dove aveva risposto sì ed era risultato giusto, lui in realtà avrebbe messo un no, e via così. Ci ha ripensato e ha rifiutato il posto. Come dargli torto. Adesso fa il ricercatore. Con i giovani bisogna partire da questo assunto: condividiamo con voi l’assenza di futuroMario Monicelli lo aveva capito, e secondo me si è suicidato perché non aveva visto segni di rivolta. Ora i segni cominciano a vedersi, sono minoranze anche se consistenti, ma quante volte i giovani sono stati schiacciati. È un omicidio lento, troppi giovani studiano e poi non hanno sbocchi. Marco Revelli chiama i giovani “scoraggiati inattivi“: molti, dopo essere passati attraverso la delusione, la disperazione, l’alienazione, sono scoraggiati. Inattivi: in Italia i giovani che non lavorano superano di tre volte quelli dell’Europa, e il lavoro neanche lo cercano. Allora ci vuole una rottura e può essere necessario anche uscire dalla legalità, quella del potere, per entrare nell’illegalità non violenta. È certo che chi fa una scelta così deve essere pronto ad accettarne le conseguenze. Socrate venne accusato di istigare i giovani alla illegalità. Anche io l’ho fatto e per questo sono stato denunciato: avevo partecipato all’occupazione di una vecchia scuola, un posto bellissimo. Che male c’era? Non abbiamo abbattuto niente, abbiamo valorizzato un luogo abbandonato e lo abbiamo utilizzato. Naturalmente con i giovani devi essere trasparente, devi proporre esempi, non bastano le parole. C’è un teologo che continua a dire che la fede viene prima dell’etica, ma è nel comportamento coerente con gli insegnamenti di Gesù che si può sperimentare la fede. Ricordo che ero già in noviziato e una delle parabole del mio insegnante diceva: “Timeo Jesum transeuntem”, temo il passaggio di Gesù. Poi ci faceva guardare un quadro dove c’era una porta e ci diceva: guardate bene la porta, cosa ne dite? Non aveva serratura, quindi uno dal di fuori non poteva entrare, neanche se aveva le chiavi. “Significa che Gesù passa, ma se tu non apri, è inutile!”. Ecco perché quel vescovo del Brasile aveva scritto sulla facciata della sua chiesa: caro cristiano, tu che stai per entrare, sappi che il mondo si divide in oppressori e oppressi. Tu da che parte stai?

Bisogna ricordare cosa scrisse Antonio Gramsci nel ’19, il suo richiamo contro l’indifferenza e l’urgenza di scegliere da che parte stare. I giovani ci provano, stanno lavorando, elaborando proposte concrete, coerenti e costruttive, stanno arrivando alla scelta epocale della non violenza. E questo sta accadendo in tutto il mondo. È “un fiume che avanza” e che ha cominciato il suo lento cammino già dieci anni fa al G8 di Genova, quando i giovani hanno posto una domanda importante: “Signori del G8 – hanno gridato – non vi sembra che sia una cinica pretesa venirci a dire che l’unico mondo possibile è il vostro?”. Oggi c’è una crisi che non è politica, ma di sistema. I giovani sanno che è di lunga durata e che bisogna costruire un tessuto nuovo. È faticoso, ma anche entusiasmante, e noi non possiamo deluderli. La mia bussola è la Costituzione, l’articolo 3 in cui si parla della differenza tra previdenza e assistenza, della tutela della parità della donna lavoratrice, del lavoro minorile, della sicurezza sul lavoro: questa è la legalità da difendere. Qualche mese fa ero a Piombino per un incontro sul drammatico tema dei morti sul lavoro, e in quell’occasione abbiamo riletto l’articolo: “Tutti i cittadini – recita – hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Be’, allora, chi è che non ha rispetto della legalità? Chi disattende la Costituzione o chi protesta perché la Costituzione viene disattesa? È ora che i partiti capiscano quale ruolo dà loro la Costituzione e non mettano il cappello ai movimenti. La nostra è una Res publica, è di tutti. A partire dai giovani che devono essere coinvolti in prima persona nel processo di rinnovamento di questa democrazia e di difesa della Costituzione. La Costituzione è stata fatta per i giovani, per tutti i giovani che verranno.

Don Andrea Gallo

Franca Rame Project ” donne e inquisizione”

« Parlare donne, parlare, abbiamo sempre parlato, anche quando ci mettevano le museruole, i cinti, quando addirittura ci mettevano al rogo. » Franca Rame

*LO SPETTACOLO FRANCA RAME PROJECT del 31 Ottobre 20013 è così costruito

I roghi in nome di dio: » Un milione di donne uccise e torturate dalla Chiesa Cattolica in V secoli »

– Inquisizione sintesi dati storici e denuncia

– Video Lo stupro di Franca Rame

– Li denuncerò domani: giornalismo d’inchiesta anni 70′ denuncia dell’atto ignobile di stato e politico a Franca

( visti i tempi concessi di 30 minuti a tutti gli eventi ci saranno sintesi mirate)

Materiale consultato su l’Inquisizione

-Luigi Cascioli, La santa inquisizione
-Compendio dell’inquisitore
-Roberto Renzetti, Inquisizione, Torture, bareceri, roghi e morte.
-Daniele Santarelli, Eresia, Riforma e Inquisizione nella repubblica di Venezia nel Cinquecento
-L’inquisizione medievale, tra ideologia e metodologia
-Jean Baptiste Guiraud, Elgio dell’inquisizione
-Archivi Beni Culturali, “Trovar denari col mezzo del Demonio”.
-Un processo dell’Inquisizione modenese nella Vicaria di Crevalcore
– Giorgia Ferrari, Donne e streghe nella Spagna del XVI secolo, realtà o psicosi collettiva?
– Ileana Tozzi, Inquisizioni e inquisiti a Rieti e in Sabina dal medioevo all’età moderna
-Focus, Nel 1300 l’inquisizione soffocò tra le fiamme l’eresia
-Storia – L’Inquisizione Triora: un esempio della caccia alle streghe
-Caccia alle streghe
-documenti inediti del SantíUffizio
sulla caccia alle streghe nellíantica diocesi di Como
durante il XVII secolo
-UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TRENTO
Dipartimento di scienze umane e sociali
SCUOLA DI DOTTORATO IN STUDI STORICI
Alessandro Paris
DISSENSO RELIGIOSO E LIBRI PROIBITI
NEL PRINCIPATO VESCOVILE DI TRENTO
TRA FINE QUATTROCENTO E INIZIO SEICENTO

-L’INQUISIZIONE IN FRIULI ALLA METÀ DEL SEICENTO di Dario Visintin
Giornale di storia
-RAPPORTI INQUISIZIONE-CONFESSIONE
-DALL’ARCHIVIO AL RACCONTO. IL CASO DI UN PROCESSO PER
STREGONERIA A BORMIO NEL 1630 Beni Culturali Lombardia
-L’immaginario erotico dell’inquisitore nei processi alle streghe di Andrea Vaglica
-L’Inquisizione (dal latino « inquisitio », ricerca, indagine, inchiesta)
-Paolo Castagno Roghi a Carignano Eresia e stregoneria tra XV e XVI secolo in
un piccolo comune della pianura torinese
-La tortura di genere: il delirio inquisitorio e il martirio delle streghe di Maria Lina Veca
-Jules Michelet, La strega, saggio storico

( prove amici artisti)

http://stregatedallatorre.blogspot.it/

Franca Rame Project Collebeato – Brescia foto e video spettacolo

foto di Veronica Mura

Franca Rame Project Casa delle donne di Brescia centro anti-violenza onlus

http://www.casadelledonne-bs.it/

Sono stati consegnati questa sera sabato 5 Ottobre 2013 1400 euro alla Casa delle donne di Brescia Centro Anti-violenza con il Franca Rame Project spettacolo e cena sociale del 21 Settembre 2013.Franca Rame Project Collebeato ( Brescia) sabato 5 Ottobre 2013 presso salone serra parco del 1 Maggio.

La casa delle donne di Brescia da sinistra: Marzia Sellini psicologa e psicoterapeuta, Chiara Rossini operatrice d’accoglienza, Lucilla Perrini giornalista, Wilma Formentini Avvocato foto di Veronica Mura sabato 5 Ottobre 2013 presso salone serra Collebeato Brescia

Favole per tutti i bambini che sono fiori

(Disegno di Claudia Rordorf per Favole per tutti i bambini che sono fiori)

Favole per tutti i bambini che sono fiori
di Dale Zaccaria
disegni e copertina di Claudia Rordorf
di prossima pubblicazione

FAVOLE
La città dei fiori
Un Re e una Regina
La bambina e il ciliegio
Tulipano
Matilda
Il girasole, l’amore e le nuvole
Il cavaliere, il maestro e la Regina

Nella città dei fiori,con un Re e una Regina, un cavaliere valoroso, il piccolo bimbo Tulipano, Matilda e formichina, e con la madre girasole le nuvole e altre storie, per non dimenticare che bisogna continuare a leggerle e a raccontarle le favole.

Franca Rame Project Collebeato – Brescia

” Si può parlare di amore solo quando il tuo sentimento per un’altra persona va al di là del tuo vantaggio “
Franca Rame

( locandina a cura di Veronica Mura)

Intervista a Dale Zaccaria, la poeta che sogna e protesta attraverso l’impegno sociale

http://www.canosaviva.it/magazine/rubriche/puntate/intervista-a-dale-zaccaria-la-poeta-che-sogna-e-protesta-attraverso-l-impegno-sociale/

Intervista a Dale Zaccaria, la poeta che sogna e protesta attraverso l’impegno sociale
A cura di Bartolo Carbone

Tra gli eventi che hanno contraddistinto le “Notti Magiche d’Estate 2013”, il cartellone organizzato da Saverio Luisi per questa stagione che volge al temine, spicca lo spettacolo-denuncia “Franca Rame Project”, tenuto dalla giornalista-poeta Dale Zaccaria a Canosa di Puglia (BT). Da oltre dieci anni l’artista romana di Subiaco è impegnata in performance dal vivo molto suggestive ed incisive, a cavallo tra giornalismo d’inchiesta, teatro, poesia, storia e attualità.

Il “Franca Rame Project” è una rappresentazione scenica che ogni volta cambia format, adattandosi a contesti e situazioni sempre mutevoli e implementate in corso d’opera come è accaduto sulle terrazze del Palazzo Iliceto dove Dale Zaccaria (37 anni) ha calamitato le attenzioni del pubblico presente attraverso la sua sottile e sensibile recitazione impregnata di umiltà e umanità. Dal 2004 la poetessa Dale Zaccaria ha pubblicato cinque raccolte di poesie : “Di ridicola bellezza” per Sovera Edizioni; nel 2006, “Non per l’amore a dire” per Manni Editori; nel 2008, “Inedito per una passante” per Manni Editori; nel 2009, “Epilogo di una poesia civile nell’Antologia Pro-Testo” per Fara Edizioni; nel 2012, “L’anima e la notte, della poesia ed altri versi” per Galassia Arte Editore.

Inoltre sta portando avanti diversi progetti culturali indipendenti come lo spettacolo teatrale “La pazza della porta accanto” su Alda Merini, uno su Peppino Impastato dal titolo “U stisso sangu” e con un gruppo di Madrid la “Poesia y flamenco”. Durante le pause di prova del prossimo impegno artistico “Franca Rame Project” in calendario il 5 ottobre a Brescia, Dale Zaccaria ha rilasciato per i lettori di CanosaViva la seguente intervista e due significative poesie .

Chi è Dale Zaccaria?

Io sono
il sogno e il possibile
cammino e sconfitta
la bellezza e
la sua perdizione
l’amore che nutre
e devasta.

L’anima e la notte della poesia ed altri versi.

Due domande ricorrenti per le presentazioni di rito: situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network… Attualmente rifiuto tutti i miei “amori passati” e sono innamorata. Rapporto con i social network controverso perché non riesco a dire ciò che non penso. E non si può dire sempre tutto.

Titoli di studio e voglia di studiare…

Maturità classica. Studi universitari in Arti e Scienze dello spettacolo, voglia di studiare c’è, ho tante cose da imparare, la lingua francese ad esempio. Ma credo che il vero insegnamento lo dia la vita, l’esperienza. Ad esempio, Pasolini l’ho compreso non grazie all’università, ma andando nelle borgate romane, conoscendo i suoi ragazzi di vita.

Come è nata la passione per la lettura, la scrittura, la poesia e il teatro? Consigliata da qualcuno?

Una passione tutta mia. Non vengo da una famiglia di letterati. L’ho coltivata sola, nel tempo, negli anni. Fuori anche dalla scuola. La scuola non insegna la poesia. La vita nessuno te l’ha può insegnare.

Il libro da tenere sul comodino…

La voce a te dovuta di Pedro Salinas

Un giovane che vorrebbe pubblicare un libro, non avendo grosse disponibilità finanziarie, cosa deve fare? Quali sono le difficoltà che si incontrano?

La poesia è molto dura. Gli editori chiedono molto. Non gli interessa nulla della poesia, se magari hanno anche un vero poeta o un possibile Nobel tra le mani, sono miopi, invischiati in meccanismi commerciali ed economici. Diceva Alda Merini che non si può fare poesia con le aziende e le case editrici sono aziende. Attualmente con tutti gli editori con cui ho pubblicato non ho buoni rapporti, proprio per i motivi sopra elencati. I miei libri sono stati sempre sponsorizzati da persone e istituzioni che hanno creduto in me, ma questo è sbagliato. Chi deve credere in me deve essere prima di tutto l’editore. Ma questo nella poesia non avviene. Anzi al contrario, gli editori sono quasi tutti a pagamento, e pubblicano chiunque, purché paghi, questo poi crea tanta confusione, e anche tanti “facinorosi e moralmente indigenti” come dice la Merini, questa è una grossa responsabilità degli editori, che non selezionano. Quindi abbiamo eserciti di poeti e poetesse, quando, come ricorda Moravia “di poeti ne nascono pochi”. E poi c’è anche un altro fenomeno, non di poco conto, come il clientelismo-baronaggio che attanaglia certi ambienti culturali . Insomma ci sono meccanismi tipo il critico e le sue protette, poi riviste, editori. Una sorta di feudo letterario medievale. Io lo chiamo il basso evo letterario. Fortunatamente l’unico critico con cui ho un rapporto di corrispondenza e di stima, è Giorgio Barberi Squarotti, che non l’ho mai incontrato. Per me la poesia è una cosa pulita, come pulito è stato ed è il mio rapporto con Franca Rame.

Come è stato l’ approccio al mondo del teatro?

Il teatro l’ho studiato all’università, ma la mia vera vocazione è la poesia, è la scrittura. Poi, ecco, essendo molto performativa con la poesia avendo lavorato tanti anni ad una commistione artistica con altre arti questo mi ha permesso di avvicinarmi al teatro. Ma non sono un’attrice. Lo dico sempre.

La prima esibizione in pubblico:

Quando il mio maestro delle scuole elementari mi faceva leggere le mie poesie in cattedra. Lui mi ha stimolato molto. Diceva ” la poesia non te la toglierà nessuno, la porterai con te fino alla fine”. Lo debbo ringraziare oggi, ha capito la mia vocazione. Grazie Italo Nanni.

La città ideale per studiare il teatro …

Non so se ne esiste una. Credo che come dica Dario Fo, bisogna uscire, andare all’estero, vedere altre forme e lingue, corpi teatrali. Altri modi di fare teatro. La storia del teatro è ricca di attori e registi che hanno cambiato le regole del teatro, anche da un punto di vista di spazio scenico.
L’attore preferito? Dario Fo è un Maestro, ma poi ci sono anche Eduardo De Filippo o Totò. E nel cinema penso a Marcello Mastroianni.

Tre parole chiave per organizzare uno spettacolo teatrale …

Tenacia, serietà, professionalità.

Dove si organizzano maggiormente corsi teatrali? Ci sono ancora finanziamenti per portare avanti progetti culturali interessanti?

Ci sono tanti corsi teatrali. Se ne dovessi fare uno seguirei il corso di Dario e Jacopo Fo alla Libera Università di Alcatraz a Santa Cristina di Gubbio in Umbria. Sinceramente ho avuto sempre un certo rifiuto, più che altro di imparare la dizione o altro. Perché gli attori che ho conosciuto poi sono anche molto artefatti nella vita. Parlano come se stessero a teatro. Invece il vero teatro è fatto di verità. Penso ad Anna Magnani o alla stessa Franca Rame o anche a Monica Vitti. Sono esempi non di attrici, di qualcosa di più. Per ciò che riguarda i finanziamenti per progetti culturali oggi la situazione è difficile vista la crisi economica. Poi magari si finanziano eventi o progetti che non hanno nessuna rilevanza culturale secondo me. La situazione culturale italiana è lo specchio della mala-politica decennale. La buona cultura è davvero poca, ma bisogna avere anche una formazione culturale per poterla riconoscere. Quella poca che c’è.

Quali sono le difficoltà maggiori che una giovane aspirante attrice-regista incontra?

Non sono un’attrice, ma credo che dipenda da che attrice uno sia o voglia essere, certo che tante attrici venderanno se stesse pur di lavorare, altre, penso a Licia Maglietta, hanno uno spessore, una forza, una serietà e anche un talento che come dice lei stessa: “appartengo a un certo tipo di attori”, personalmente forse la regia mi interesserebbe perché come Pier Paolo Pasolini sarebbe un modo di sviluppare e conoscere un linguaggio altro, che è sempre un linguaggio.

C’è un attrice in particolare che nel suo percorso artistico ha seguito come modello?

Franca Rame è un modello di vita sia lei che Licia Maglietta mi rappresentano. Sono l’una la mia parte politica, l’altra la mia parte poetica. Sono esempi di donne e di artiste di un valore umano altissimo.

E’ stata di recente protagonista di “Franca Rame Project” a Canosa, cosa si prova quando si è in scena?>Influiscono i giudizi, i commenti e gli applausi del pubblico?

Beh si, ricordo che a Trani ad esempio ci fu un commento verso la fine dello spettacolo di una donna direttrice scolastica che disturbò. E’ pur vero che oggi il teatro di Franca Rame e Dario Fo è ancora più “sovversivo”, perché prima c’era tutto un tessuto sociale e politico che ne faceva parte, oggi ci si rivolge a un Italia borghese e consumistica, frammentata. Credo sia ancora più sovversivo parlare di Vangeli Apocrifi o delle Marie di tutta questa terra con un prete in prima fila tra il pubblico. Voglio dire si rompono gli schemi in diretta, il pubblico che fruisce è sempre così vario.

Franca Rame: “””Ma quello che vorrei continuare a dire alle donne, anche dopo la mia morte, è di non perdere mai il rispetto di se stesse, di avere dignità. Sempre (…) “””

Si, perché Franca ha avuto sempre una grande dignità. Nel senso è una donna fortemente intelligente. Ha capito il gioco del potere, anche nel volerla colpire, e non ha fatto il loro gioco, al contrario, li ha derisi, e lo ha fatto con grande forza. Il nemico vuole farci cadere, Dario Fo, una volta disse ” attenti alle trappole del potere”, bisogna conoscere i propri nemici.

La funzione dei centri anti violenza sulle donne…

Non dovrebbero esistere i centri anti-violenza, finché esisteranno esisterà il problema della violenza su le donne, però siccome il problema c’è ed è un problema culturale non tanto sociale, la loro funzione è importante. Anche perché la sensibilità e l’ approccio è sicuramente migliore e di aiuto ad una donna, a differenza degli organi inquirenti, dove spesso manca la sensibilità quando una donna fa una denuncia, tante donne non denunciano la violenza perché magari non ti prendono seriamente o ti dicono di tornare a casa.

Sono tante le donne nel mondo a cui l’anima è stata violata…

Sono tante, siamo tante, la violenza su le donne ha tante forme, è fisica, sessuale, psicologica e morale, è anche culturale. Poi ci sono gli stupri usati come arma politica nei conflitti e nelle guerre. Gli stupri correttivi come in Africa a donne omosessuali. Poi ci sono anche quelle donne che fanno guerra ad altre donne. Usano forme di violenza nel linguaggio, nei modi, nelle azioni. La violenza è sempre una mancanza di amore, secondo me. Di amore dell’altro.

Facendo prevenzione, informando i giovani dei pericoli sull’abuso di alcol e quant’altro di stupefacente prima di mettersi alla guida, dopo aver trascorso delle ore in birreria, in discoteca, può dare un consiglio…

C’è sempre un vuoto in chi abusa di alcool e droga, un vuoto culturale. Il consiglio che darei a un giovane che non c’è droga più potente dell’amore. Innamoratevi.

Il sogno di felicità:
Che la mia poesia venga riconosciuta un giorno. Ho ricevuto molte prepotenze a causa di invidie e di cattive modalità dovute a certi ambienti poco consoni al mondo letterario. Che un giorno tutte le mie lotte e i miei sforzi possano essere ripagati.

Le qualità che desidera in un uomo…

la grazia del cuore che ho trovato in uomini che hanno collaborato con me come Eugenio Alfano giovane pittore o Fabrizio Rufo, musicista.

E’soddisfatta di ciò che sta realizzando? Progetti per il futuro:

In parte. Soffro molto la situazione italiana che non da spazio al talento e al merito e anche i meccanismi citati del mondo editoriale per ciò che riguarda la poesia. Progetti per il futuro: estero, Francia e Islanda. Sia di vita che artistici.

Fatti una domanda e datti una risposta, Marzullo docet:

Chi più temo? A volte me stessa.

Oltre ad aver recitato dalle nostre parti ha visitato Trani, Bisceglie, Canosa di Puglia… come sono?

Cittadine molto belle, ricche di azzurro e di bianco. Si respira la cultura, la storia, ci sono sapori che si sentono nell’aria. E poi c’è il mare, la collina. E da Roma dista pochissimo la Puglia, appena 40 minuti di aereo.

Ringraziamenti:

Ad Annalisa Iacobone e Saverio Luisi di Canosa che hanno organizzato con serietà ed onestà lo spettacolo dedicato a Franca Rame e anche a tutte le donne, i ragazzi, le forze di Brescia che stanno preparando il prossimo evento per il 5 ottobre. Da mesi stanno facendo un lavoro eccezionale, grazie a tutti gli attori e le associazioni bresciane. Voglio ringraziare anche alcuni amici come Massimo Terlizzi e la sua compagna Emanuela e gli amici di Roma, Fabio Raspino e Giorgio Lai. E Daniela Di Leo e sua figlia Juna. E poi voglio ringraziare Franca e sua nipote Mattea e l’angelo della Regina, la più fedele, Maria Teresa Pizza. E perché no tutte le persone che ho conosciuto a Canosa e dintorni ed i lettori di CanosaViva.

Un sentito grazie anche a nome della Redazione di CanosaViva per la disponibilità e per aver dedicato del tempo prezioso alle nostre domande. Bartolo Carbone

a Franca

Diciotto stelle le contarono

Diciotto stelle le contarono
erano te
erano diciotto donne
erano le più belle

diciotto stelle le contarono
furono te
furono diciotto donne
furono le più belle

diciotto stelle le contarono
sono te
sono diciotto donne
sono le più belle

e tutte le stelle le contarono
saranno te
saranno donne
saranno le più belle.
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Canto per Malalai Joya

Io canto la voce di una donna
di altre cento mille donne

canto queste donne
queste madri
queste figlie

questi occhi possano vedere
queste mani hanno altre cento
mille mani da toccare

senza polvere e senza catene
canto il loro canto

ché non si pieghi
ché non si fermi
ché germogli questo canto

per altre cento donne mille donne
canto la voce di una donna

senza fili
senza barriere
senza il seme del loro sangue

senza nessun padrone

canto questo fiore
canto questa madre
canto questa figlia

canto il canto di queste donne
altre cento mille donne.

In Italia la parola ” conoscenza” equivale a raccomandazione

In Italia la parola “conoscenza” equivale a raccomandazione. Quindi non stupiamoci se i ricercatori e i talenti scappano. Se non esistono più intellettuali capaci di leggere la realtà. Se la cultura italiana o meglio il potere culturale italiano non fa che produrre mancata sapienza e mediocrità. D’altronde il potere si nutre di gente mediocre così facile da comprare e controllare.

Pensiero Attivo

“Il difficile non è scriverla la poesia, quanto trovarla, mantenerla, farla vivere nei propri occhi, nel proprio cuore, nella propria vita” Dale Zaccaria

“L’oppressore non sarebbe così potente se non trovasse fedeli collaboratrici tra le oppresse” Simone de Beauvoir

“Ho imparato due cose importanti che dovrebbero essere ancora basilari nel mondo dello spettacolo e nella vita: la dignità e il rispetto di se stessi e degli altri” Franca Rame

“In Italia c’è il mancato riconoscimento del merito, il fatto che se hai talento ti ostacolano. Il talento diventa un elemento che va a rompere gli equilibri di mediocrità e compromesso di un sistema clientelare, dove la parola conoscenza equivale a raccomandazione” Dale Zaccaria

“Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione ” Milena Gabanelli

Partnership Libreria Amica: LIBRERIA ANTIGONE DI MILANO: Nata a giugno 2016, la libreria Antigone è specializzata in tematiche Lgbtqi+ femminismi e studi di genere. Un piccolo luogo di ritrovo con un grande intento: fornire strumenti per capire, educare, crescere.