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Sguardi, Interviste e Recensioni

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jacqueline spaccini,DALE ZACCARIA

Dale Zaccaria Inedito per una passante. San Cesario di Lecce, Piero Manni, 2008, 10€.
Introduzione di Leila Zammar.
Nota di Pierluigi Angelucci.
di Jacqueline Spaccini

S’affannano, i poeti.
Se i danzatori debbono piegare il corpo per esprimere il proprio concetto di danza, i poeti hanno che fare con le parole. Ma le parole sono tante e diseguali, neppure appartengono alla stessa categoria. E come le note musicali vanno distribuite e poi occorre eseguirle, le note-parole.
Alla stregua delle parole, i poeti non sono uguali: c’è il pianista come Alessandro Iovinelli, il violoncellista alla maniera di Mia Lecomte. Poi c’è Dale Zaccaria che io leggo e ascolto come un flauto traverso.

Io t’amo.
T’amo nell’amore
che t’amo.
Nel seno dell’anima
t’amo.
Cosparsa violenta
fantasia, mai mia
io t’amo.
Nella bocca casta –
nel corpo che cadde –
nel lucente,
come luce e congiuntura,
nell’oblio, io t’amo
e non t’amo e poi t’amo.

Limpida fredda e brillante nel timbro, la sua poesia si abbandona ad accostamenti audaci e felici (una stoffa di vento chissà / un quadrato di gigli) talvolta troppo cerebrali (l’ossessiva invenzione delle parole valigia: nottetarda, biancoseppia, cosìsia, pesanteleggera nonché dei sostantivi), ma così è il flauto traverso quando vuol essere tamburo.

La musicalità di Dale si avverte più sincera quando chiede ausilio al romanticismo mai rinnegato nell’amore: getta le ginestre ti prego e chiudi gli occhi, negli inviti ma anche nelle interrogazioni: Dimmi, forse è questo / tremito della carne / il passo dell’aquilone /…?
È nella felice soluzione dei capelli stretti al tempo, quei bei capelli sbriciolanti, nella metafora densa del cuore (il suo), mucchio d’acqua nella cisterna.

E se la parola anima ricorre almeno otto volte non è un caso.
Dale giura (parafraso) di non voler toccare né l’abisso né l’anima, quella che l’oggetto del suo scrivere fa precipitare, quando non si fa essa stessa leggera, a tratti insouciante (uno sbadiglio); anime tutte al femminile, facili a frantumarsi, esigibili ed esatte, se è vero che il suo morire è l’altrui splendere…

A ben guardare, allora, nel sostrato della poesia di Dale Zaccaria vi è non già un rincorrere la sua anima, bensì la ricerca di uno statuto per essa. Della sua affermazione. Anche se poi si può accettare che venga calpestata, insieme con un cuore aperto sul polso per uno stormo di capelli.

È una lingua poetica in divenire quella di Dale Zaccaria, cui occorre solo che si irrobustisca come quei vini rossi che necessitano del tempo che passa. Così come il cielo per farsi gravido ha bisogno di nuvole gonfie di pioggia. Null’altro.

Questa è la lirica da me preferita:

Togliendoti non ti do che
la poesia del silenzio
la poesia che non vedi
forse quella che non senti
la poesia che si sta arrampicando
senza un nome
lungo il morso del mio viso.

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Poesia, corpo, voce

Leggendo il libro di poesie di Dale Zaccaria: Inedito per una passante, riflettevo su quanto gli esseri umani si dividano non troppo equamente tra coloro che della morte non vogliono sentire parlare tentando di ignorare che esiste e coloro che vi si addentrano in un modo o nell’altro e per questo sono molto più vivi. L’autrice appartiene al secondo gruppo. Nell’introduzione, c’è una frase che ben sintetizza il titolo del libro: “esprime sia il senso della precarietà della vita (una passante) che l’impressione di novità che ciascuna esperienza porta con sé (inedito)”. Scegliere una delle poesie non è stato semplice: quella che trascrivo qui mi auguro sia di buon auspicio per noi donne. Ne abbiamo un gran bisogno. Tempi bui.

Canto per Malalai Joya

Io canto la voce di una donna
di altre cento mille donne

canto queste donne
queste madri
queste figlie

questi occhi possano vedere
queste mani hanno altre cento
mille mani da toccare

senza polvere e senza catene
canto il loro canto

ché non si pieghi
ché non si fermi
ché germogli questo canto

per altre cento donne mille donne
canto la voce di una donna

senza fili
senza barriere
senza il seme del loro sangue

senza nessun padrone

canto questo fiore
canto questa madre
canto questa figlia

canto il canto di queste donne
altre cento mille donne.

L’ho scoperta transitando nel blog corpodipoesiaproject. In effetti la poesia è solo una delle espressioni artistiche di Dale Zaccaria, giornalista e operatrice interculturale. Da anni ricerca la contaminazione fra le diverse arti attraverso performance dal vivo con la musica, la danza, la poesia, la pittura. La qualità del suo lavoro conduce in quel territorio dove si respira il connubio tra disciplina e anima.

Marilde Trinchero scrittrice e arte-terapeuta

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Dale Zaccaria, Inedito per una passante
Le voci della Luna
“…e chiamiamo distanze / scriviamo canzoni”, di Vittoria Ravagli

Colpisce la musicalità di questa poesia che sembra scritta per essere recitata con l’ accompagnamento di uno strumento dai suoni leggeri…. E’ piena di aria, colori e un’infinità di fiori e cieli e stelle. E di luce, fuori e dentro: osservazione, ricerca; ed amore, spirituale e terrestre.
Una vertigine di sensazioni, atmosfere, incontri per questa “passante” appassionata che osserva stupita la terra madre, e la canta: le immagini poetiche si rifanno per lo più al mondo vegetale. Nella poesia di Dale germogli, radici, erba son complementari a lei, parte stessa di questa natura che ama e canta. Le sue parole sono libere come l’aria e cambiano di senso, assumono significati nuovi, sole o accoppiate tra loro creano immagini/suoni comprensibili e inediti: Dale osserva gli alberi “che non dicono”/ c’è “il volare delle mani/ “uno sbadiglio d’anima” “lo stormo dei ..capelli/”lo sgorgare delle campane” “e sono nuvole,/le palpebre,/ montagne,/ ombre del cielo” . E’ “nel cuore del mondo”, dice: “nell’acqua/ nel fondo/ ti cerco”. Quando scrive dei fiocchi di neve pare descrivere il nostro percorso umano: “e passavano e morivano/e morivano e passavano”. Assonanze, parole ripetute ad arte, musicalità, bella poesia, anche per noi “passanti”, sconosciuti, gli uni agli altri, forse a noi stessi. Passanti in cerca di amore, silenzio, parole e canti. Con intorno un mondo bellissimo, una terra che ci regala infinite fantastiche immagini..

Anche la morte è una “passante”: “.. ancora per poco/m’infiammeranno le stelle..”

Ma non gira intorno a sé, non si autocompiace la poesia di Dale. E bellissimo é il suo canto per Malalay Joya, simbolo delle donne coraggiose “senza nessun padrone”. Qui diventa forte, terrestre, la donna poeta che canta per tutte le donne “..la voce di una donna/di altre cento donne..”

“..ché non si pieghi
ché non si fermi
ché germogli questo canto
per altre cento mille donne
canto la voce di una donna
senza fili
senza barriere
senza il seme del loro sangue
senza nessun padrone…”

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La musa innominabile, di Chiara Cretella

Giovane poetessa dotata di una grande passionalità espressiva, Dale Zaccaria,colpisce per la sua vena perfomartiva, in cui emergono la forza del corpo ondeggiante e la modulazione intensa della voce, che spazia dai toni profondi ad un roco capace di raggrumare i versi nello spazio di una stretta intimità, quasi un mistico abbraccio con l’ascoltatore. Ispirata alla migliore confessional poetry femminile, la Zaccaria lavora sul respiro come misura del corpo, plasmando un ritmo serpentino, che si nutre di un uso raffinato della pausa: atmosfere new romantiche, decoupage di citazioni, strappi di senso ricamati su uno sfondo di parole apparentemente quotidiane, che dileguano la loro pregnanza familiare per divenire umore della lontananza, detournement, chimere, che vivono la loro beatitudine icastica in un remoto passato della lingua.

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Le emozioni di Dale, di Ilaria Dioguardi

Scrive poesie dall’età di sette anni: una passione che è cresciuta con lei. Ha 33 anni, da più di dieci è impegnata in performance dal vivo in una ricerca di contaminazione tra la poesia e le varie arti. Ha pubblicato tre libri: Di ridicola bellezza, Non per l’amore a dir” e Inedito per una passante.
Sei definita una poeta-chansonnière: cosa vuol dire?
Lavoro con la poesia ad una commistione musicale. Ho un compagno di viaggio, un chitarrista jazz, Fabrizio Rufo, con il quale faccio serate a Roma e in varie parti d’Italia. Credo che la fusione tra musica e poesia permetta un maggior dialogo con chi mi ascolta: il mio interesse primario è che possano arrivare dritti al cuore ed alla mente della gente.
Hai detto: “Credo che oggi più che mai il mondo abbia bisogno di poesia”

La nostra società ha perso quello che per il mondo greco era il mitos, quello che per tante tribù è il rito, il sacro. Questa perdita ha creato una voragine sciocca, surreale, viziosa e autodistruttiva di sé e del mondo. La poesia può restituire il senso vero, profondo di chi veramente siamo. Può riscattarci dagli errori. E’ una filosofia, una religione, una piccola fede: una fiammella che portiamo nel cuore. E’ un dono, un’essenza, un modo di guardare ciò che ci circonda. I Poeti per me sono guide, profeti. Cito Paul Celan che in una lettera scrisse, «le poesie sono anche regali, regali per chi è attento, regali che portano con sé destino».


Di cosa parla il tuo ultimo libro Inedito per una passante?


Parla sia di me, Passante in questo mondo, sia di tante altre vite. E’ un viaggio, una ricerca, una forma di conoscenza di me e del mondo. In questo libro lotto, scrivo, faccio e creo sogno.
Nell’introduzione Leila Zammar afferma che le tue poesie vanno lette e rilette per penetrarne a fondo il senso e partecipare dello stupore con cui l’autrice osserva se stessa guardando il mondo…
Per certi aspetti il mio libro ha in sé lo stupore del sogno. Il mio stupore sta nel guardare anche gli aspetti più negativi, meno belli, con gli occhi del poeta. Questo mi permette di creare una nuova visione, una speranza, di restituire qualcosa che sembrava essere perduto, sconfitto, schiacciato. I fiori della Passante lasciano bellezza, nuove visioni, nuove possibilità di essere.


Dove si può acquistare?


Si può ordinare in tutte le librerie d’Italia o via Internet. Ahimè, le piccole e medie case editrici come la Manni combattono il grosso problema della distribuzione e della visibilità coperta dalle grosse case editoriali:fanno una continua battaglia per vivere e sopravvivere. Non è detto che un libro di un editore noto sia un buon libro: è una questione solo di mercato.
Progetti futuri?
Vorrei fare un cd con Fabrizio, credo che questo nostro viaggio debba essere inciso. Poi sto lavorando per portare i miei spettacoli nei teatri, anche piccoli. Il teatro è un luogo di grande valore, di grande forza: c’è nel rapporto palcoscenico- platea un rispetto e una sorta di patto di gratitudine tra “attori” e “spettatori”.

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La Poesia non è un mestiere ma un’essenza, di Alessandra Segatori giornalista

Inedito per una passante è il titolo del terzo libro della giovane poetessa sublacense Dale Zaccaria, che sarà in libreria nelle prossime settimane. L’opera mostra ancora una volta il talento della scrittrice e la sua crescita personale: l’autrice, che oggi ha 32 anni e ha iniziato a scrivere poesie dall’età di 7 anni, ha già pubblicato, tra il 2004 e il 2006, due opere, “Di ridicola bellezza” presso la casa editrice Sovera Multimedia, e “Non per l’amore a dire” pubblicato da Manni Editori, che pubblicherà anche “Inedito per una passante”.
Dale Zaccaria, che per la sua poesia in musica è detta “la chansonnier”, ha appena concluso una lunga tournee, che l’ha vista esibirsi soprattutto nei locali romani, ma anche a Bologna, accompagnata dalla chitarra di Fabrizio Rufo, e nei prossimi giorni presenterà la sua terza pubblicazione, che raccoglie 52 poesie, in varie città, tra cui Milano, grazie al sostegno di Onthemove, l’associazione che promuove i giovani artisti, a Roma, e ovviamente a Subiaco, dove l’autrice si augura di poter coinvolgere le scuole, grazie anche al sostegno del sindaco, Pierluigi Angelucci, che ha scritto una nota del libro, mentre la prefazione è stata scritta da Leila Zammar, professoressa di letteratura all’università di Chicago, che ha conosciuto le opere di Dale Zaccaria nel 2007, nel corso della manifestazione “Donna in Poesia” a Cervara di Roma.
“Ringrazio Pierluigi Angelucci, che ha sempre creduto in me e nella mia poesia, come amico prima e come sindaco dopo – ha dichiarato Dale Zaccaria – e ringrazio anche Leila Zammar che ha scritto la prefazione di questo libro al quale tengo particolarmente. La poesia non è un mestiere, è un essenza. Il mio maestro Italo Nanni quando avevo 7 anni mi chiamava “poetessa”, e mi ha detto che la poesia è qualcosa che nessuno potrà mai togliermi. E’ stato un incoraggiamento importante per me, per questo ci tengo molto a portare la poesia nelle scuole”.

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Intervista a Dale Zaccaria, la poetessa che sogna e protesta attraverso l’impegno sociale
A cura di Bartolo Carbone

Tra gli eventi che hanno contraddistinto le “Notti Magiche d’Estate 2013”, il cartellone organizzato da Saverio Luisi per questa stagione che volge al temine, spicca lo spettacolo-denuncia “Franca Rame Project”, tenuto dalla giornalista-poeta Dale Zaccaria a Canosa di Puglia (BT). Da oltre dieci anni l’artista romana di Subiaco è impegnata in performance dal vivo molto suggestive ed incisive, a cavallo tra giornalismo d’inchiesta, teatro, poesia, storia e attualità.

Il “Franca Rame Project” è una rappresentazione scenica che ogni volta cambia format, adattandosi a contesti e situazioni sempre mutevoli e implementate in corso d’opera come è accaduto sulle terrazze del Palazzo Iliceto dove Dale Zaccaria (37 anni) ha calamitato le attenzioni del pubblico presente attraverso la sua sottile e sensibile recitazione impregnata di umiltà e umanità. Dal 2004 la poetessa Dale Zaccaria ha pubblicato cinque raccolte di poesie : “Di ridicola bellezza” per Sovera Edizioni; nel 2006, “Non per l’amore a dire” per Manni Editori; nel 2008, “Inedito per una passante” per Manni Editori; nel 2009, “Epilogo di una poesia civile nell’Antologia Pro-Testo” per Fara Edizioni; nel 2012, “L’anima e la notte, della poesia ed altri versi” per Galassia Arte Editore.

Inoltre sta portando avanti diversi progetti culturali indipendenti come lo spettacolo teatrale “La pazza della porta accanto” su Alda Merini, uno su Peppino Impastato dal titolo “U stisso sangu” e con un gruppo di Madrid la “Poesia y flamenco”. Durante le pause di prova del prossimo impegno artistico “Franca Rame Project” in calendario il 5 ottobre a Brescia, Dale Zaccaria ha rilasciato per i lettori di CanosaViva la seguente intervista e due significative poesie .

Chi è Dale Zaccaria?
Io sono
il sogno e il possibile
cammino e sconfitta
la bellezza e
la sua perdizione
l’amore che nutre
e devasta.
L’anima e la notte della poesia ed altri versi.

Due domande ricorrenti per le presentazioni di rito: situazione sentimentale ed i suoi rapporti con i social network… Attualmente rifiuto tutti i miei “amori passati” e sono innamorata. Rapporto con i social network controverso perché non riesco a dire ciò che non penso. E non si può dire sempre tutto.

Titoli di studio e voglia di studiare…Maturità classica. Studi universitari in Arti e Scienze dello spettacolo, voglia di studiare c’è, ho tante cose da imparare, la lingua francese ad esempio. Ma credo che il vero insegnamento lo dia la vita, l’esperienza. Ad esempio, Pasolini l’ho compreso non grazie all’università, ma andando nelle borgate romane, conoscendo i suoi ragazzi di vita.

Come è nata la passione per la lettura, la scrittura, la poesia e il teatro? Consigliata da qualcuno? Una passione tutta mia. Non vengo da una famiglia di letterati. L’ho coltivata sola, nel tempo, negli anni. Fuori anche dalla scuola. La scuola non insegna la poesia. La vita nessuno te l’ha può insegnare.

Il libro da tenere sul comodino… La voce a te dovuta di Pedro Salinas

Un giovane che vorrebbe pubblicare un libro, non avendo grosse disponibilità finanziarie, cosa deve fare? Quali sono le difficoltà che si incontrano? La poesia è molto dura. Gli editori chiedono molto. Non gli interessa nulla della poesia, se magari hanno anche un vero poeta o un possibile Nobel tra le mani, sono miopi, invischiati in meccanismi commerciali ed economici. Diceva Alda Merini che non si può fare poesia con le aziende e le case editrici sono aziende. Attualmente con tutti gli editori con cui ho pubblicato non ho buoni rapporti, proprio per i motivi sopra elencati. I miei libri sono stati sempre sponsorizzati da persone e istituzioni che hanno creduto in me, ma questo è sbagliato. Chi deve credere in me deve essere prima di tutto l’editore. Ma questo nella poesia non avviene. Anzi al contrario, gli editori sono quasi tutti a pagamento, e pubblicano chiunque, purché paghi, questo poi crea tanta confusione, e anche tanti “facinorosi e moralmente indigenti” come dice la Merini, questa è una grossa responsabilità degli editori, che non selezionano. Quindi abbiamo eserciti di poeti e poetesse, quando, come ricorda Moravia “di poeti ne nascono pochi”. E poi c’è anche un altro fenomeno, non di poco conto, come il clientelismo-baronaggio che attanaglia certi ambienti culturali . Insomma ci sono meccanismi tipo il critico e le sue protette, poi riviste, editori. Una sorta di feudo letterario medievale. Io lo chiamo il basso evo letterario. Fortunatamente l’unico critico con cui ho un rapporto di corrispondenza e di stima, è Giorgio Barberi Squarotti, che non l’ho mai incontrato. Per me la poesia è una cosa pulita, come pulito è stato ed è il mio rapporto con Franca Rame.

Come è stato l’ approccio al mondo del teatro? Il teatro l’ho studiato all’università, ma la mia vera vocazione è la poesia, è la scrittura. Poi, ecco, essendo molto performativa con la poesia avendo lavorato tanti anni ad una commistione artistica con altre arti questo mi ha permesso di avvicinarmi al teatro. Ma non sono un’attrice. Lo dico sempre.

Tre parole chiave per organizzare uno spettacolo teatrale …Tenacia, serietà, professionalità.

Dove si organizzano maggiormente corsi teatrali? Ci sono ancora finanziamenti per portare avanti progetti culturali interessanti? Ci sono tanti corsi teatrali. Se ne dovessi fare uno seguirei il corso di Dario e Jacopo Fo alla Libera Università di Alcatraz a Santa Cristina di Gubbio in Umbria. Sinceramente ho avuto sempre un certo rifiuto, più che altro di imparare la dizione o altro. Perché gli attori che ho conosciuto poi sono anche molto artefatti nella vita. Parlano come se stessero a teatro. Invece il vero teatro è fatto di verità. Penso ad Anna Magnani o alla stessa Franca Rame o anche a Monica Vitti. Sono esempi non di attrici, di qualcosa di più. Per ciò che riguarda i finanziamenti per progetti culturali oggi la situazione è difficile vista la crisi economica. Poi magari si finanziano eventi o progetti che non hanno nessuna rilevanza culturale secondo me. La situazione culturale italiana è lo specchio della mala-politica decennale. La buona cultura è davvero poca, ma bisogna avere anche una formazione culturale per poterla riconoscere. Quella poca che c’è.

Quali sono le difficoltà maggiori che una giovane aspirante attrice-regista incontra? Non sono un’attrice, ma credo che dipenda da che attrice uno sia o voglia essere, certo che tante attrici venderanno se stesse pur di lavorare, altre, penso a Licia Maglietta, hanno uno spessore, una forza, una serietà e anche un talento che come dice lei stessa: “appartengo a un certo tipo di attori”, personalmente forse la regia mi interesserebbe perché come Pier Paolo Pasolini sarebbe un modo di sviluppare e conoscere un linguaggio altro, che è sempre un linguaggio.

C’è un attrice in particolare che nel suo percorso artistico ha seguito come modello? Franca Rame è un modello di vita sia lei che Licia Maglietta mi rappresentano. Sono l’una la mia parte politica, l’altra la mia parte poetica. Sono esempi di donne e di artiste di un valore umano altissimo.

Franca Rame: “””Ma quello che vorrei continuare a dire alle donne, anche dopo la mia morte, è di non perdere mai il rispetto di se stesse, di avere dignità. Sempre (…) “”” Si, perché Franca ha avuto sempre una grande dignità. Nel senso è una donna fortemente intelligente. Ha capito il gioco del potere, anche nel volerla colpire, e non ha fatto il loro gioco, al contrario, li ha derisi, e lo ha fatto con grande forza. Il nemico vuole farci cadere, Dario Fo, una volta disse ” attenti alle trappole del potere”, bisogna conoscere i propri nemici.

La funzione dei centri anti violenza sulle donne…Non dovrebbero esistere i centri anti-violenza, finché esisteranno esisterà il problema della violenza su le donne, però siccome il problema c’è ed è un problema culturale non tanto sociale, la loro funzione è importante. Anche perché la sensibilità e l’ approccio è sicuramente migliore e di aiuto ad una donna, a differenza degli organi inquirenti, dove spesso manca la sensibilità quando una donna fa una denuncia, tante donne non denunciano la violenza perché magari non ti prendono seriamente o ti dicono di tornare a casa.

Sono tante le donne nel mondo a cui l’anima è stata violata…Sono tante, siamo tante, la violenza su le donne ha tante forme, è fisica, sessuale, psicologica e morale, è anche culturale. Poi ci sono gli stupri usati come arma politica nei conflitti e nelle guerre. Gli stupri correttivi come in Africa a donne omosessuali. Poi ci sono anche quelle donne che fanno guerra ad altre donne. Usano forme di violenza nel linguaggio, nei modi, nelle azioni. La violenza è sempre una mancanza di amore, secondo me. Di amore dell’altro.

Facendo prevenzione, informando i giovani dei pericoli sull’abuso di alcol e quant’altro di stupefacente prima di mettersi alla guida, dopo aver trascorso delle ore in birreria, in discoteca, può dare un consiglio… C’è sempre un vuoto in chi abusa di alcool e droga, un vuoto culturale. Il consiglio che darei a un giovane che non c’è droga più potente dell’amore. Innamoratevi.

Il sogno di felicità: Che la mia poesia venga riconosciuta un giorno. Ho ricevuto molte prepotenze a causa di invidie e di cattive modalità dovute a certi ambienti poco consoni al mondo letterario. Che un giorno tutte le mie lotte e i miei sforzi possano essere ripagati.

Le qualità che desidera in un uomo… la grazia del cuore che ho trovato in uomini che hanno collaborato con me come Eugenio Alfano giovane pittore o Fabrizio Rufo, musicista.

Fatti una domanda e datti una risposta, Marzullo docet: Chi più temo? A volte me stessa.

Oltre ad aver recitato dalle nostre parti ha visitato Trani, Bisceglie, Canosa di Puglia… come sono? Cittadine molto belle, ricche di azzurro e di bianco. Si respira la cultura, la storia, ci sono sapori che si sentono nell’aria. E poi c’è il mare, la collina. E da Roma dista pochissimo la Puglia, appena 40 minuti di aereo.

Ringraziamenti: Ad Annalisa Iacobone e Saverio Luisi di Canosa che hanno organizzato con serietà ed onestà lo spettacolo dedicato a Franca Rame e anche a tutte le donne, i ragazzi, le forze di Brescia che stanno preparando il prossimo evento per il 5 ottobre. Da mesi stanno facendo un lavoro eccezionale, grazie a tutti gli attori e le associazioni bresciane. Voglio ringraziare anche alcuni amici come Massimo Terlizzi e la sua compagna Emanuela e gli amici di Roma, Fabio Raspino e Giorgio Lai. E Daniela Di Leo e sua figlia Juna. E poi voglio ringraziare Franca e sua nipote Mattea e l’angelo della Regina, la più fedele, Maria Teresa Pizza. E perché no tutte le persone che ho conosciuto a Canosa e dintorni ed i lettori di CanosaViva.
Un sentito grazie anche a nome della Redazione di CanosaViva per la disponibilità e per aver dedicato del tempo prezioso alle nostre domande. Bartolo Carbone

a Franca

Diciotto stelle le contarono

Diciotto stelle le contarono
erano te
erano diciotto donne
erano le più belle

diciotto stelle le contarono
furono te
furono diciotto donne
furono le più belle

diciotto stelle le contarono
sono te
sono diciotto donne
sono le più belle

e tutte le stelle le contarono
saranno te
saranno donne
saranno le più belle.
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Canto per Malalai Joya

Io canto la voce di una donna
di altre cento mille donne

canto queste donne
queste madri
queste figlie

questi occhi possano vedere
queste mani hanno altre cento
mille mani da toccare

senza polvere e senza catene
canto il loro canto

ché non si pieghi
ché non si fermi
ché germogli questo canto

per altre cento donne mille donne
canto la voce di una donna

senza fili
senza barriere
senza il seme del loro sangue

senza nessun padrone

canto questo fiore
canto questa madre
canto questa figlia

canto il canto di queste donne
altre cento mille donne.

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* in fase di aggiornamento

Pensiero Attivo

“Il difficile non è scriverla la poesia, quanto trovarla, mantenerla, farla vivere nei propri occhi, nel proprio cuore, nella propria vita” Dale Zaccaria

“L’oppressore non sarebbe così potente se non trovasse fedeli collaboratrici tra le oppresse” Simone de Beauvoir

“Ho imparato due cose importanti che dovrebbero essere ancora basilari nel mondo dello spettacolo e nella vita: la dignità e il rispetto di se stessi e degli altri” Franca Rame

“In Italia c’è il mancato riconoscimento del merito, il fatto che se hai talento ti ostacolano. Il talento diventa un elemento che va a rompere gli equilibri di mediocrità e compromesso di un sistema clientelare, dove la parola conoscenza equivale a raccomandazione” Dale Zaccaria

“Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione ” Milena Gabanelli

Partnership Libreria Amica: LIBRERIA ANTIGONE DI MILANO: Nata a giugno 2016, la libreria Antigone è specializzata in tematiche Lgbtqi+ femminismi e studi di genere. Un piccolo luogo di ritrovo con un grande intento: fornire strumenti per capire, educare, crescere.