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Focus Italia: la mancata meritocrazia

Meritocrazia

La mancata meritocrazia

L’Italia è l’ultimo paese in Europa in termini di meritocrazia, l’Avvocato Luca Failla a fine dicembre del 2016 ha nuovamente sottolineato come il nostro paese stia perdendo sempre più professionalità.

Un dato allarmante secondo Failla, dovuto anche alla mancata meritocrazia che fa perdere al Bel Paese produttività ed efficienza. Il sistema su cui poggia l’Italia tra clientelismo e familismo produce ingenti danni sociali, culturali, ma anche in ambito di crescita formativa e lavorativa. Gli italiani che sono fuggiti via dicono nelle loro testimonianze raccolte su siti come Italiani in fuga che “la mancata meritocrazia non dà opportunità ai giovani”, si parla anche di ingiustizia generazionale dove le vecchie generazioni hanno potuto beneficiare di sicurezza sociale a discapito di quelle nuove o ancora ” un paese corrotto che non da speranze per il futuro.”

Il 73% dei ricercatori italiani vive e lavora fuori dai confini nazionali, quello che spinge ad andare via è proprio la maggiore valorizzazione delle competenze, un reddito più alto e opportunità occupazionali più alte.

Un altro dato non positivo che emerge dal rapporto Migrantes è che molti vanno via dall’Italia e con la poca voglia di rientrare, un’ emorragia di talento e competenza che “non è corrisposta da una forza d’attrazione che spinge al rientro.”

fonte foto huffingtonpost.it
testo parte di un articolo pubblicato su blastingnews

Focus sull’editoria italiana: quando sono gli autori a pagare gli editori

Focus sull’editoria italiana_ quando sono gli autori a pagare gli editori

di DALE ZACCARIA

In Italia ci sono più di 4000 case editrici, tra loro ci sono molti editori a pagamento che chiedono soldi
e l’obbligo di acquisto copie agli scrittori, ma la Legge 22 aprile 1941 n. 633 sancisce che un editore deve pubblicare a sue spese l’opera di un autore.

Rapporto AIE e ISTAT su libri ed editoria

In Italia secondo l’ultimo rapporto dell’AIE (Associazione Italiana Editori) del 2016 ci sono ben: “4.608 case editrici che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno “ con un aumento delle pubblicazioni rispetto all’anno 2014 di un +0,1%. Dal rapporto sembrerebbe che lo stato dell’editoria italiana gode di buona salute e “il mercato del libro italiano torna ufficialmente a crescere dopo quattro anni di crisi.”

Nel primo semestre del 2016 sembra rimanere stabile il numero delle case editrici attive. Il numero dei lettori cresce così come il numero dei libri cartacei stampati, soprattutto nel settore bambini e ragazzi e della manualistica. Il mercato digitale è poi ancora più in crescita rispetto agli anni precedenti. Molti più ebook e anche canali virtuali di distribuzione. Il digitale rappresenta oramai l’11 del mercato passando da un 5,2% nel 2011 a un 16,9% nel 2014.

Questo un quadro generale che si evince dal rapporto AIE 2016. In realtà secondo l’ultima indagine dell’ Istat ci sarebbe una diminuzione delle case editrici attive, come dei lettori. E sempre secondo l’Istituto italiano di ricerche e statistica quasi 2 milioni di persone acquistano libri online, un trend che andrebbe a smentire quanto riportato dal rapporto AIE dove i libri: “ si comprano ancora in libreria a conduzione familiare e di catena.”

Case Editrici a pagamento

Al momento non disponiamo di dati attendibili organici e completi sul numero delle case editrici a pagamento. Delle liste sommarie si possono ricavare in rete, ma andrebbe effettuata una ricerca più profonda e veritiera sulle modalità con cui molte case editrici pubblicano sotto compenso.

I compensi con cui un autore si trova a pubblicare, o meglio a pagare l’editore, variano da un minimo di 200-500 euro ad un massimo di 2000 euro. Lo scrittore pagando questa somma riceve un determinato numero di copie che anche qui vanno da un minimo di 100-150 copie ad un massimo di 400-1000.
Il diritto d’autore con un editore a pagamento è molto basso va dal 7% al 14% sulla vendita dell’opera.

L’autore poi non ha nessuna tracciabilità su come, dove e quando il suo libro venga acquistato. Si rimette alla parola e ai dati forniti dall’editore. Non avrà mai un reale e concreto riscontro sull’andamento commerciale della sua opera.

Alcuni editori vista la crisi economica attuale offrono agli autori anche pagamenti rateizzabili o altri ancora chiedono di acquistare prima i propri libri e una volta che si è acquistato il libro e recensito, l’editore legge e valuta il manoscritto inviato. Alcuni editori a pagamento vista la crescita e la possibilità degli scrittori di auto-prodursi attraverso piattaforme di self-publisching , pensano bene di creare anche loro servizi online di auto-pubblicazione.

Quando parliamo di case editrici a pagamento, parliamo di una realtà molto diffusa in Italia di cui però non disponiamo di numeri esatti e cifre. Parliamo di editori che pubblicano chiunque sotto compenso. Che non valutano i manoscritti, a cui non interessa nulla del valore letterario che può avere un’opera. Parliamo di un’ editoria che è più una tipografia e riportiamo qui le parole della poetessa Alda Merini “c’è gente che spende un casino di soldi per pubblicare in proprio. E Questi che li pubblicano sono degli usurai, perché non hanno un senso critico; il poveraccio ha una sorta di megalomania e si crede un poeta, quello là lo accontenta in cambio di dieci milioni, però viene oscurata l’immagine del poeta autentico. Queste sono tipografie non case editrici.”

Diamo però un dato certo. All’editore l’acquisto di un ISBN non costa nulla. Con 50 euro l’editore acquista 10 ISBN ovvero i codici a barre per mettere in commercio un opera che quindi equivalgono a 10 titoli 10 libri che si possono pubblicare. Sul sito apposito www.isbn.it si trovano tutte le informazioni nel dettaglio. (il dato che riporto sopra è attraverso una tipografia che è la fonte di quanto scritto, verificata da me di persona)

Editoria a pagamento e la Legge 22 aprile 1941 n.633

Già Umberto Eco nel libro Il pendolo di Foucault ci parla dell’editoria a pagamento:“la Manuzio era una casa editrice per APS. Un APS, nel gergo Manuzio, era – ma perché uso l’imperfetto? gli APS sono ancora, laggiù tutto continua come se nulla fosse accaduto, sono io che ormai proietto tutto in un passato tremendamente remoto, perché quello che è successo l’altra sera ha segnato come una lacerazione nel tempo, nella navata di Saint-Martin-des-Champs è stato sconvolto l’ordine dei secoli… o forse è perché di colpo, dall’altra sera sono invecchiato di decenni, o il timore che Essi mi raggiungano mi fa parlare come se ormai facessi cronaca di un impero in sfacelo,disteso nel balneum, le vene ormai lacerate, attendendo di annegare nel mio sangue…Un APS è un Autore a Proprie Spese e la Manuzio è una di quelle imprese che nei paesi anglosassoni si chiamano “vanity press”. Fatturato altissimo, spese di gestione malie. Garamond, la signora Grazia, il ragioniere detto direttore amministrativo nel bugigattolo in fondo, e Luciano, lo spedizioniere mutilato, nel vasto magazzino del seminterrato (…)

La Manunzio era ed è l’editore a pagamento. Che non esiste solo nel romanzo di Eco ma è ben presente nella realtà “editoriale” italiana. Manchiamo di dati però. Come detto sopra, ci sono liste sommarie e incomplete di editori a pagamento rintracciabili in rete.

Un’ indagine di qualche hanno fa’, compiuta da un giovane giornalista che in maniera anonima ha inviato il suo manoscritto ad editori ha portato alla luce attraverso la sua ricerca diretta che ben 152 case editrici si erano offerte di pubblicarlo sotto compenso.

Una lista abbastanza attendibile per farsi un’idea è stata stilata da Writer’s Dream e la riporta anche Loredana Lipperini sul suo sito-blog. Anche se, ripeto, andrebbe fatta un’indagine molto più profonda, cercando di capire quanti sono in numeri gli editori a pagamento anche per avere molto più chiara la realtà del mercato e del mondo editoriale. Possiamo però riflettere e confrontarci con i dati che abbiamo su alcune cose: alcuni editori a pagamento sono presenti nelle varie fiere del libro, anche quelle importanti, dove troviamo un buonissimo riscontro di pubblico, come l’ annuale incontro a Roma Più libri Più liberi.

Altro dato mancante non sappiamo quanti sono gli editori iscritti alla Siae, ma sappiamo che molti tra gli editori a pagamento non fanno parte della Società Italiana Autori ed Editori.

In base alla legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, al capitolo III contratto di edizione, si evince che un editore deve pubblicare a proprie spese l’opera di un autore:

Art.118 Il contratto con il quale l’autore concede ad un editore l’esercizio del diritto di pubblicare per le stampe, per conto e a spese dell’editore stesso, l’opera dell’ingegno, è regolato, oltreché dalle disposizioni contenute nei codici, dalle disposizioni generali di questo capo e dalle disposizioni particolari che seguono.

Dagli elementi di cui disponiamo (mancanti) possiamo trarre alcune conclusioni:

primo, c’è un’editoria come dire selvaggia, regolata dal nulla, dove anche i contratti che un autore va a firmare sono stipulati con editori non associati alla Siae e che non tengono conto della legge sulla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi. Secondo, l’autore si trova a non poter fare una vera selezione all’invio della sua opera, perché non facile capire e individuare l’editore a pagamento da chi non lo è. Terzo e non ultimo, il rischio che un buon editore che pubblica l’opera senza richiesta di compensi venga oscurato e demonizzato dalla pratica di questa cattiva editoria che al contrario vive attraverso richieste di denaro.

Chiudiamo con un pensiero di Umberto Eco, che può essere una bussola, in questo quadro un po’ caotico e di editoria predatoria in cui un autore è costretto a districarsi: “per antica e fondata esperienza non credo alle case editrici che sollecitano manoscritti. Di solito cercano autori a pagamento, sono disposte a pubblicare qualsiasi cosa e se non rispondono è perché ne hanno già troppa. Sul funzionamento di queste case si veda cosa racconto nel mio Pendolo di Foucault a proposito del signor Garamond. È un romanzo, ma fondato su fatti reali.”

Fonti articolo:

Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2016. Un consolidato 2015 e uno sguardo sul primo semestre 2016 a cura dell’Ufficio studi AIE

Istat Produzione e lettura di libri.

Legge 22 aprile 1941 n. 633. Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio. Testo consolidato al 6 febbraio 2016 (DLgs 15 gennaio 2016, n. 8)

LINK

http://www.sulromanzo.it/blog/case-editrici-a-pagamento-un-indagine-che-rivela-come-trattano-gli-scrittori
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/liste-editori-a-pagamento-e-doppio-binario/

ARTICOLO PUBBLICATO SU ILSUDEST

EX ILVA ArcelorMittal: video-interviste a LUCIANO MANNA

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LA QUESTIONE DELL’ILVA E’ UNA COSA MOLTO COMPLESSA, PARLIAMO CHE IN DIECI ANNI SI E’ VIOLATO TUTTO QUELLO CHE SI POTEVA VIOLARE. LUCIANO MANNA

Luciano Manna è attivista fotografo collabora con PeaceLink ed è fondatore di VeraLeaks. Spiega in maniera approfondita e dettagliata la questione del Polo Industriale a Taranto EX ILVA ArcelorMittal.

La deuxième muse. Brefs sonnets érotiques

dale zaccaria

Dans ce recueil, l’autrice s’adresse à la deuxième muse Erato en invoquant sa passion et ses sensations. La première partie, Premier éros, est une invocation a l’amour dans toutes ses formes physiques et mentales, dans touts ses besoins terrains et divins. Dale Zaccaria se tourne vers la muse de la lyrique d’amour en puisant sa signification la plus profonde, c’est à dire le désir, l’éros qui arrive fort, tyrannique, aveugle mais au même temps délicat et raisonné. Dans la troisième partie du recueil, La deuxième muse, sa muse inspiratrice devient chair et sang, elle vit, elle a une voix et une forme. Même la nuit et la lune ne peuvent pas lui résister. Il s’agît de vers qui décrivent Erato comme l’incarnation de la poésie amoureuse; ils décrivent la poésie vivante et charnelle et donc sa muse maîtresse. Introduction et traduction de Lucrezia Le Rose – Peinture de Silvia Meneghello.

Nel suo amore | Poesia

DALE ZACCARIA NEL SUO AMORE - POESIE (2)

Si tratta di una grazia mista a tenacia perché dietro ogni componimento si ascolta la voce solenne delle donne, in generale, e di Franca Rame, in particolare, alla quale sono dedicati questi versi liberi. Il femminile, presente in varie accezioni simboliche, è la cifra che sottende a Nel suo amore ed è l’elemento di raccordo tra il cielo e la terra (“la donna/ è l’impasto del cielo”), ma anche, più semplicemente, tra il mondo della natura e la dimensione umana (“parto e paura”). La coralità delle donne (“fummo donne/ ma prima che donne/ fummo spiga”) si alterna a volte a un dialogo dell’autrice con Franca Rame, a volte a uno scambio tra sorelle (“dormi sorella su queste barricate”), altre volte alla prima persona dell’io lirico il quale, in alcune delle ventidue poesie, ama isolarsi e condensare la propria riflessione in pochi versi (“Ama e resisti, proteggi/ e non pronunciando l’amore”). Sullo sfondo di un’alternanza di voci che sembra ricordare gli stasimi delle tragedie greche, la lingua di Dale Zaccaria attinge al mondo della natura, soprattutto a quello floreale, e a quello astronomico. Alla rosa bianca emblema del messaggio di grazia nel nome di Franca Rame rispondono le “diciotto stelle” le quali, come obbedendo a una sorta di cabala, sono le donne più belle, vale a dire quelle che lottano per l’amore. Tutte le poesie sono, infatti, come ricorda il titolo della raccolta, un atto di fede nell’amore universale. In questo l’autrice si allinea a grandi scrittrici del passato alle quali sta a cuore il tema dell’amore, non solo inteso come eros, ma anzitutto come principio che nutre una concezione “altra” del mondo: mi vengono in mente grandi intellettuali come María Zambrano e Lou Andreas-Salomè, ma anche, ovviamente, poetesse tra loro lontane come Saffo, Gaspara Stampa o Ingeborg Bachmann. E proprio a Bachmann e al suo concetto di utopia sembrano ispirarsi alcuni, audaci versi che promettono “un mondo migliore/ un mondo possibile”. La vera protagonista di Nel suo amore è, comunque, Franca Rame, definita la “mia Regina”, la “vasta Signora/ dei giusti”, la “donna madre” che unisce, conciliandoli, i valori positivi del femminile e l’amore universale che tutto muove. È intorno alla figura di Franca che si muovono le stelle, che cantano le donne sì, ma anche gli uomini, che vive la natura e che si irradiano, come raggi di sole, i versi di queste ventidue poesie.

Giuliano Lozzi, dottore di ricerca in germanistica, è insegnante di lingua tedesca all’Università di Viterbo. Si è occupato di letteratura tedesca del Novecento. Attualmente sta indagando la figura di Antigone nella teoria femminista e post-femminista.

L’anima e la notte, della poesia ed altri versi | Poesia

l'anima e la notte dale zaccaria poesia

In L’anima e la notte, della poesia e altri versi ciascuna poesia descrive immagini vivide e chiare: quelle che ho amato di più sono ricche di speranza o di desiderio di mettersi o rimettersi in gioco. Si tratta di ritagli di vita che esprimono sentimenti ed emozioni familiari anche a chi legge e che, forse, suggeriranno al lettore le modalità per mettere a nudo, per descrivere, per trasmettere, per reinterpretare anche i propri pensieri, le proprie intuizioni. E proprio qui che la poesia di Dale Zaccaria interviene in profondità con grande efficacia. Non si può che essere trascinati da alcuni versi che si insinuano nella mente di chi legge e vi restano impressi per farsi ricordare, per farsi riascoltare, per suggerire appunto a ciascuno di coloro che li leggeranno una introspezione profonda, che può donare ottimi frutti.
Il libro si legge in un fiato, poi va riletto lentamente, con calma, riflettendo su ogni singola parola, su ciascun concetto espresso. Perché ciascuna parola rappresenta una vibrazione dell’animo dell’autrice, che si spoglia di pregiudizi e di luoghi comuni, di sensazioni semplicistiche e di facili approcci e che, proprio con la parola e attraverso essa, recupera un contatto con la sua parte più intima, creando sintonia con chi legge. E, quello che più conta, Dale Zaccaria sa come trasmetterlo quel contatto, come condividerlo, come farlo rinascere nell’animo altrui. ANGELA MOLTENI

Dipinto copertina I CAMALIONI

Le guerre mentono di EDUARDO GALEANO

EDUARDO GALEANO LE GUERRE MENTONO

Nessuna guerra ha l’onestà di confessare: io uccido per rubare.

Le guerre invocano sempre motivi nobili, uccidono in nome della pace, in nome di Dio, in nome della civiltà, in nome del progresso, in nome della democrazia, e se ci sono dubbi, se tante menzogne non bastano, Ci sono i grandi media pronti a inventare nemici immaginari per giustificare la conversione del mondo in un grande manicomio e in un enorme mattatoio.

In Re Lear, Shakespeare aveva scritto che in questo mondo gli stolti conducono i ciechi e quattro secoli dopo, i padroni del mondo sono pazzi innamorati della morte che hanno trasformato il mondo in un luogo dove ogni minuto 10 bambini muoiono di fame o di malattie incurabili e ogni minuto 3 milioni di dollari sono spesi per l’industria militare che fabbrica morte.

Le armi richiedono guerre e le guerre richiedono armi
e i cinque paesi che gestiscono le Nazioni Unite, che hanno il diritto di veto alle Nazioni Unite, risultano essere anche i cinque maggiori produttori di armi

Ci si chiede per quanto tempo? Fino a quando la pace sarà nelle mani di coloro che fanno il business della guerra?

Fino a quando continueremo a credere che siamo nati per lo sterminio reciproco, e che lo sterminio reciproco è il nostro destino?

Quanto tempo ci vorrà?

* fonte foto VareseNews

Festival Internazionale di Poesia Civile e Contemporanea del Mediterraneo TARANTO 13 e 14 SETTEMBRE 2019

dale zaccaria festival di poesia civile-1024x1024VENERDI 13 SETTEMBRE SALA CONFERENZE// UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI BARI- DIPARTIMENTO JONICO// CITTA’ VECCHIA

h. 18.00 Dale ZACCARIA Performance video poetica “IL MANICOMIO DELLA BELLA FOLLA” omaggio ad Alda Merini — Video a cura di Tomas Di Terlizzi in collaborazione con Il laboratorio artistico I CAMALIONI.

SABATO 14 SETTEMBRE TEATRO TATA’ h.20.30
mini performance poetica da mie poesie scelte PRIMO FUOCO BIANCO con Maria Paola Pallina. 

VENERDI E SABATO 13 e 14 SETTEMBRE MOSTRA VEROSIMILE de I CAMALIONI e CORTO Non RITRARTI.

https://www.contaminazioni.org/

Il Manifesto della comunicazione non ostile

Il Manifesto della comunicazione non ostile

È una carta che elenca dieci princìpi di stile utili a migliorare lo stile e il comportamento di chi sta in Rete.

Il Manifesto della comunicazione non ostile è un impegno di responsabilità condivisa.
Vuole favorire comportamenti rispettosi e civili.
Vuole che la Rete sia un luogo accogliente e sicuro per tutti.

Condivido i princìpi del Manifesto della comunicazione non ostile.
Mi impegno a osservarli, promuoverli e diffonderli.
Aggiungo orgogliosamente la mia firma!

https://paroleostili.it

Anna Maria Barbera: Il mercato che non valorizza i talenti

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Se c’è una trappola non è il talento ma è sempre di un mercato che non gliene può fregare meno dei talenti. E questa distrazione non c’è solo verso la sottoscritta. ANNA MARIA BARBERA

fonte foto soloartistiesclusivi.it

Pensiero Attivo

“Il difficile non è scriverla la poesia, quanto trovarla, mantenerla, farla vivere nei propri occhi, nel proprio cuore, nella propria vita” Dale Zaccaria

“L’oppressore non sarebbe così potente se non trovasse fedeli collaboratrici tra le oppresse” Simone de Beauvoir

“Ho imparato due cose importanti che dovrebbero essere ancora basilari nel mondo dello spettacolo e nella vita: la dignità e il rispetto di se stessi e degli altri” Franca Rame

“In Italia c’è il mancato riconoscimento del merito, il fatto che se hai talento ti ostacolano. Il talento diventa un elemento che va a rompere gli equilibri di mediocrità e compromesso di un sistema clientelare, dove la parola conoscenza equivale a raccomandazione” Dale Zaccaria

“Una società sana premia il merito, punisce i mascalzoni e investe nell’istruzione ” Milena Gabanelli

Partnership Libreria Amica: LIBRERIA ANTIGONE DI MILANO: Nata a giugno 2016, la libreria Antigone è specializzata in tematiche Lgbtqi+ femminismi e studi di genere. Un piccolo luogo di ritrovo con un grande intento: fornire strumenti per capire, educare, crescere.