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Focus sull’editoria italiana: quando sono gli autori a pagare gli editori

Focus sull’editoria italiana_ quando sono gli autori a pagare gli editori

di DALE ZACCARIA

In Italia ci sono più di 4000 case editrici, tra loro ci sono molti editori a pagamento che chiedono soldi
e l’obbligo di acquisto copie agli scrittori, ma la Legge 22 aprile 1941 n. 633 sancisce che un editore deve pubblicare a sue spese l’opera di un autore.

Rapporto AIE e ISTAT su libri ed editoria

In Italia secondo l’ultimo rapporto dell’AIE (Associazione Italiana Editori) del 2016 ci sono ben: “4.608 case editrici che hanno pubblicato almeno un titolo nel corso dell’anno “ con un aumento delle pubblicazioni rispetto all’anno 2014 di un +0,1%. Dal rapporto sembrerebbe che lo stato dell’editoria italiana gode di buona salute e “il mercato del libro italiano torna ufficialmente a crescere dopo quattro anni di crisi.”

Nel primo semestre del 2016 sembra rimanere stabile il numero delle case editrici attive. Il numero dei lettori cresce così come il numero dei libri cartacei stampati, soprattutto nel settore bambini e ragazzi e della manualistica. Il mercato digitale è poi ancora più in crescita rispetto agli anni precedenti. Molti più ebook e anche canali virtuali di distribuzione. Il digitale rappresenta oramai l’11 del mercato passando da un 5,2% nel 2011 a un 16,9% nel 2014.

Questo un quadro generale che si evince dal rapporto AIE 2016. In realtà secondo l’ultima indagine dell’ Istat ci sarebbe una diminuzione delle case editrici attive, come dei lettori. E sempre secondo l’Istituto italiano di ricerche e statistica quasi 2 milioni di persone acquistano libri online, un trend che andrebbe a smentire quanto riportato dal rapporto AIE dove i libri: “ si comprano ancora in libreria a conduzione familiare e di catena.”

Case Editrici a pagamento

Al momento non disponiamo di dati attendibili organici e completi sul numero delle case editrici a pagamento. Delle liste sommarie si possono ricavare in rete, ma andrebbe effettuata una ricerca più profonda e veritiera sulle modalità con cui molte case editrici pubblicano sotto compenso.

I compensi con cui un autore si trova a pubblicare, o meglio a pagare l’editore, variano da un minimo di 200-500 euro ad un massimo di 2000 euro. Lo scrittore pagando questa somma riceve un determinato numero di copie che anche qui vanno da un minimo di 100-150 copie ad un massimo di 400-1000.
Il diritto d’autore con un editore a pagamento è molto basso va dal 7% al 14% sulla vendita dell’opera.

L’autore poi non ha nessuna tracciabilità su come, dove e quando il suo libro venga acquistato. Si rimette alla parola e ai dati forniti dall’editore. Non avrà mai un reale e concreto riscontro sull’andamento commerciale della sua opera.

Alcuni editori vista la crisi economica attuale offrono agli autori anche pagamenti rateizzabili o altri ancora chiedono di acquistare prima i propri libri e una volta che si è acquistato il libro e recensito, l’editore legge e valuta il manoscritto inviato. Alcuni editori a pagamento vista la crescita e la possibilità degli scrittori di auto-prodursi attraverso piattaforme di self-publisching , pensano bene di creare anche loro servizi online di auto-pubblicazione.

Quando parliamo di case editrici a pagamento, parliamo di una realtà molto diffusa in Italia di cui però non disponiamo di numeri esatti e cifre. Parliamo di editori che pubblicano chiunque sotto compenso. Che non valutano i manoscritti, a cui non interessa nulla del valore letterario che può avere un’opera. Parliamo di un’ editoria che è più una tipografia e riportiamo qui le parole della poetessa Alda Merini “c’è gente che spende un casino di soldi per pubblicare in proprio. E Questi che li pubblicano sono degli usurai, perché non hanno un senso critico; il poveraccio ha una sorta di megalomania e si crede un poeta, quello là lo accontenta in cambio di dieci milioni, però viene oscurata l’immagine del poeta autentico. Queste sono tipografie non case editrici.”

Diamo però un dato certo. All’editore l’acquisto di un ISBN non costa nulla. Con 50 euro l’editore acquista 10 ISBN ovvero i codici a barre per mettere in commercio un opera che quindi equivalgono a 10 titoli 10 libri che si possono pubblicare. Sul sito apposito www.isbn.it si trovano tutte le informazioni nel dettaglio. (il dato che riporto sopra è attraverso una tipografia che è la fonte di quanto scritto, verificata da me di persona)

Editoria a pagamento e la Legge 22 aprile 1941 n.633

Già Umberto Eco nel libro Il pendolo di Foucault ci parla dell’editoria a pagamento:“la Manuzio era una casa editrice per APS. Un APS, nel gergo Manuzio, era – ma perché uso l’imperfetto? gli APS sono ancora, laggiù tutto continua come se nulla fosse accaduto, sono io che ormai proietto tutto in un passato tremendamente remoto, perché quello che è successo l’altra sera ha segnato come una lacerazione nel tempo, nella navata di Saint-Martin-des-Champs è stato sconvolto l’ordine dei secoli… o forse è perché di colpo, dall’altra sera sono invecchiato di decenni, o il timore che Essi mi raggiungano mi fa parlare come se ormai facessi cronaca di un impero in sfacelo,disteso nel balneum, le vene ormai lacerate, attendendo di annegare nel mio sangue…Un APS è un Autore a Proprie Spese e la Manuzio è una di quelle imprese che nei paesi anglosassoni si chiamano “vanity press”. Fatturato altissimo, spese di gestione malie. Garamond, la signora Grazia, il ragioniere detto direttore amministrativo nel bugigattolo in fondo, e Luciano, lo spedizioniere mutilato, nel vasto magazzino del seminterrato (…)

La Manunzio era ed è l’editore a pagamento. Che non esiste solo nel romanzo di Eco ma è ben presente nella realtà “editoriale” italiana. Manchiamo di dati però. Come detto sopra, ci sono liste sommarie e incomplete di editori a pagamento rintracciabili in rete.

Un’ indagine di qualche hanno fa’, compiuta da un giovane giornalista che in maniera anonima ha inviato il suo manoscritto ad editori ha portato alla luce attraverso la sua ricerca diretta che ben 152 case editrici si erano offerte di pubblicarlo sotto compenso.

Una lista abbastanza attendibile per farsi un’idea è stata stilata da Writer’s Dream e la riporta anche Loredana Lipperini sul suo sito-blog. Anche se, ripeto, andrebbe fatta un’indagine molto più profonda, cercando di capire quanti sono in numeri gli editori a pagamento anche per avere molto più chiara la realtà del mercato e del mondo editoriale. Possiamo però riflettere e confrontarci con i dati che abbiamo su alcune cose: alcuni editori a pagamento sono presenti nelle varie fiere del libro, anche quelle importanti, dove troviamo un buonissimo riscontro di pubblico, come l’ annuale incontro a Roma Più libri Più liberi.

Altro dato mancante non sappiamo quanti sono gli editori iscritti alla Siae, ma sappiamo che molti tra gli editori a pagamento non fanno parte della Società Italiana Autori ed Editori.

In base alla legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio, al capitolo III contratto di edizione, si evince che un editore deve pubblicare a proprie spese l’opera di un autore:

Art.118 Il contratto con il quale l’autore concede ad un editore l’esercizio del diritto di pubblicare per le stampe, per conto e a spese dell’editore stesso, l’opera dell’ingegno, è regolato, oltreché dalle disposizioni contenute nei codici, dalle disposizioni generali di questo capo e dalle disposizioni particolari che seguono.

Dagli elementi di cui disponiamo (mancanti) possiamo trarre alcune conclusioni:

primo, c’è un’editoria come dire selvaggia, regolata dal nulla, dove anche i contratti che un autore va a firmare sono stipulati con editori non associati alla Siae e che non tengono conto della legge sulla protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi. Secondo, l’autore si trova a non poter fare una vera selezione all’invio della sua opera, perché non facile capire e individuare l’editore a pagamento da chi non lo è. Terzo e non ultimo, il rischio che un buon editore che pubblica l’opera senza richiesta di compensi venga oscurato e demonizzato dalla pratica di questa cattiva editoria che al contrario vive attraverso richieste di denaro.

Chiudiamo con un pensiero di Umberto Eco, che può essere una bussola, in questo quadro un po’ caotico e di editoria predatoria in cui un autore è costretto a districarsi: “per antica e fondata esperienza non credo alle case editrici che sollecitano manoscritti. Di solito cercano autori a pagamento, sono disposte a pubblicare qualsiasi cosa e se non rispondono è perché ne hanno già troppa. Sul funzionamento di queste case si veda cosa racconto nel mio Pendolo di Foucault a proposito del signor Garamond. È un romanzo, ma fondato su fatti reali.”

Fonti articolo:

Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2016. Un consolidato 2015 e uno sguardo sul primo semestre 2016 a cura dell’Ufficio studi AIE

Istat Produzione e lettura di libri.

Legge 22 aprile 1941 n. 633. Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio. Testo consolidato al 6 febbraio 2016 (DLgs 15 gennaio 2016, n. 8)

LINK

http://www.sulromanzo.it/blog/case-editrici-a-pagamento-un-indagine-che-rivela-come-trattano-gli-scrittori
http://loredanalipperini.blog.kataweb.it/liste-editori-a-pagamento-e-doppio-binario/

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