PAROLA DI DONNA E MADRE, PADRE!
Padre? Padre? Come? Non mi vuole confessare. Ho capito. Sono atea sì, come dire anche un po’ comunista certo. Donna e militante e quindi scomunicata! Comunque sono qui a nome della mia amica stellina. Mi manda il creato e ora lei padre mi deve ascoltare! La dovete piantare con questi matrimoni che sono un’associazione a delinquere. Che per fare queste vostre cerimonie bisogna lavorare una vita. E paga il ristorante. E paga il fotografo. E paga l’arredamento della casa. E paga la banca perché ti deve dare il mutuo per la casa. E paga il vestito di tua figlia, il fioraio, le bomboniere. No! Non ho finito e ora lei padre mi deve ascoltare! Perché stellina per queste vostre cerimonie mi sta depressa. E dopo che abbiamo pagato tutto questo, ci sono un esercito di separate incazzate, voglio dire arrabbiate, che chiedono gli alimenti, e quindi paga l’avvocato, lo psicologo e se ci dice male pure il tribunale. Quindi questo matrimonio ci costa dieci vite di lavoro. Non la comunione, ma la soppressione dei beni, anzi la confisca dei beni. Quindi a nome di stellina e del creato sono qui per chiedere che il matrimonio sia abolito dalla vostra istituzione, processione, come la chiamate religione. Non si può? Perché il matrimonio è vincolato da Dio? Ma questo Dio, padre, è sposato? No. Ha figli? Uno nato da madre vergine. Capito. Quindi mi scusi padre, se Dio non è sposato, non ha moglie, anzi un figlio da madre vergine, mi spiegate questa idea del matrimonio da dove l’avete presa? Mistero della fede dice. Capito padre, voglio dirle solo che qui l’esercito delle separate talmente sono incazzate, mi perdoni, infuriate, che si sono vendute pure la fede! Bella idea che avete avuto con questo sacro vincolo del matrimonio, ci siamo vincolati a vita di infelicità, incazzature, arrabbiature e debiti che pure stellina e il creato avete mandato in depressione, per fortuna noi lassù non abbiamo bisogno di avvocati, psicologi e tribunali, basta guardare voi. La saluto padre, ma non finisce qui, sopprimeremo questo matrimonio, parola di donna e madre, padre!
*Nove racconti satirici sulla condizione della donna: da il Dialogo di Eva con il Padre Eterno per passare alla storia vera qui raccontata ed esorcizzata attraverso la satira di Madre lavoratrice con marito a carico sino al brano Liberazione femminista. Racconti e storie tratte dalla realtà per riflettere che la condizione femminile è oggetto ancora del dominio e della violenza maschile e patriarcale, che la strada verso una completa liberazione necessita di coraggio ed incessanti battaglie e di una presa di coscienza e consapevolezza da parte delle donne stesse. Satire che in altri brani portano alla riflessione sul matrimonio, all’analisi della mancanza e il vuoto di valori della società contemporanea ed ai pregiudizi e retaggi cattolici verso il mondo omosessuale. Donne, tematiche LGBTQIA+, aspetti sociali attuali, vengono letti e narrati attraverso lo strumento dell’ironia e della satira, mettendone in luce le criticità, le debolezze e suggerendo possibili cambiamenti, per una cultura, quella italiana, più libera, civile ed emancipata.
Comments are closed.